Monte Saccarello, il tetto della Liguria

Finalmente! Un po’ ancora fatico a crederci. E’ da ottobre dello scorso anno che non salgo in sella. Io in Inghilterra e la moto in garage in Italia. Ma forse è stato meglio così. Mentre ero nel regno di sua Maestà la Regina, sommerso da neve e pioggia, mi erano giunte notizie sull’inverno qui in Italia che non mi avevano per niente fatto desiderare di rivedere il mare e le spiagge. Come si suol dire… ad ognuno il suo inverno. Ormai se si vuole un po’ di caldo o semplicemente vedere il sole bisogna, da ottobre fino a Maggio, scendere ben al di sotto del sud Europa.

Visto l’andazzo della settimana precedente, un giorno di primavera e due di inverno, non mi sono programmato niente per questo sabato. Il primo giretto serio in moto da ottobre non doveva essere rovinato dal maltempo. Non lo avrei sopportato. Così… niente meta, niente itinerario, niente di niente. Aspetto sabato mattina e se il tempo si ricorda che il calendario segna già 10 Aprile, allora decido dove, come, e quando. Tutto al momento.

Come ogni sera, mi siedo sul balcone e chiedo lumi alla luna.

IMG_0144

Lei c’è, bella sorridente, vestita da serata primaverile, accompagnata da milioni di stelle nonostante l’aria frizzante. La guardo riflessa sul mare calmo e subito capisco che cosa mi vuol dire. La ringrazio, Avidamente prendo ancora una boccata d’aria e senza chiedere altro mi infilo nel letto tranquillo.

Riapro gli occhi e guardo il soffitto. Attendo un attimo di capire se ho dormito bene e abbastanza prima di saltare giù. Beh..direi proprio di si! Guardo l’orologio 9.30 !! Per bacco la luna ieri seri mi deve aver proprio incantato. Esco sul balcone e…

IMG_0216

Anche la temperatura è primaverile. Allora non rimane che partire!

Senza strafare, butto giù un veloce itinerario su MapSource. Meta…il monte Saccarello. La cima più alta della Liguria. Con i suoi 2200 metri è punto di confine amministrativo tra le provincie di Imperia (Liguria) e Cuneo (Piemonte) e confine di stato tra Italia e Francia. Di sicuro sarà ancora chiuso. Raggiungerlo da Monesi o dal Col di Tenda, neanche a parlarne specialmente sulle strade del genio militare. Troppo presto e troppo brutto il tempo fino a pochi giorni fa. Pazienza sarà per una prossima volta. Ma uno sguardo alla sua vetta ancora innevata dal piccolo paesino di Realdo ai suoi piedi merita sicuramente in questa meravigliosa giornata. E per unire l’utile al dilettevole preparo un po’ di attrezzatura e abbigliamento che tra meno di due mesi mi porterò dietro nel viaggio in Turchia, Siria e Giordania. Un buon banco di prova anche per capire cosa va, cosa non va e cosa manca. Ore 10.15, vestito con giacca e pantaloni finisco di caricare la piccola strommina ma mi accorgo che sto letteralmente grondando sudore. Ho esagerato con gli strati. Oggi è proprio primavera. venti gradi abbondanti mi costringono (meno male) a salire velocemente in casa e rimettere il secondo strato anti vento nel bauletto. Iniziamo bene.

Infilo la chiave nel cruscotto e la piccola Strommina sembra quasi dire “Grazie!”. O forse, meno romanticamente, “Era ora!”.  Guardo per attimo il mare davanti casa. Blue cristallo. Poi decido di non scendere sulla costa e prendo la strada che sale sulla collina di Laigueglia e poi giù nella vallata dietro ad Andora. Pochi km e sento di fare fatica a tenere la strommina. Lei vorrebbe correre e correre, io con solo 1200km fatti ad ottobre non posso assecondarla più di tanto. Il feeling è ancora troppo acerbo, abbiamo bisogno entrambi di curve e km. Per un attimo penso al viaggio che ci aspetta a Giugno verso il Mar Rosso…9000km. Lei non avrà di sicuro alcun problema…ma io ? Ricaccio indietro i timori prima che possano diventare anche solo accenni di ripensamento. Sosta benzina. Poi via verso San Bartolomeo. La strada è libera. Sono tutti sulle spiagge o sul lungomare. Il cielo è limpidissimo, di un blue intenso. Mimose e peschi in fiore si alternano a fasce di uliveti punteggiando di giallo e rosa tutta la provinciale 13 fino su a Testico. La giornata si mantiene tra lo stratosferico e il sublime. Io, la Strommina, una strada tutta curva in mezzo a vallate e colline. Sintonia e sinfonia celestiale. Adesso ritrovo anche il giusto feeling con la piccola. Le curve lente e tortuose aiutano, anche se mi fermerei ogni cento metri per fare foto o semplicemente per ascoltare il silenzio trasportato dal vento. Uno sguardo In fondo alla valle e vedo i piccoli sonnecchianti paesini di Aurigo e Poggialto placidamente distesi sulle proprie collinette. Verso nord est lancio lo sguardo oltre la vallata dove si stagliano le alpi liguri ancora innevate.

IMG_0161

IMG_0162

IMG_0165

IMG_0168

Proseguo la salita fino a Guardiabella Casoni. Quattro curve e sono già a 804 metri. Là, in fondo alla vallata, sulla costa, Imperia e il mare. Tutto in pochi km. Meraviglia della Liguria.

IMG_0170

Sosta foto, saluto ad un paio di motociclisti e poi via verso San Bernardo di Conio. Appena arrivo al bivio però, la sorpresa…

IMG_0171

La provinciale 19 e ancora chiusa. l’inverno così lungo ha veramente scombinato un po’ tutto. Anche il mio veloce itinerario in MapSource. Per raggiungere Molini di Triora ripiego sulla provinciale 24.

IMG_0172

IMG_0173

IMG_0175

Giù fino a Montalto Ligure. Dove placo momentaneamente la mia golosità di antichi borghi. Qui, in questo paesino di poco più di 300 anime, dal XI secolo in avanti, si susseguirono diverse occupazioni, dai francesi di Napoleone, ai nazisti dell’ultima guerra mondiale. Sotto il monumento ai caduti in guerra di questo antico e suggestivo paese mi siedo sulla panchina ad ammirare il panorama della vallata sottostante. Borghi piccoli ma di gente di grande forza e coraggio, penso.

IMG_0176

IMG_0177

IMG_0178

IMG_0179

Veloce spuntino e risalgo in sella. Proseguo sulla SP24 fino all’incrocio con la provinciale 548 che scende sinuosa verso il mare fino ad Arma di Taggia. Io svolto a sinistra e salgo su verso San Giovanni della Valle, Agaggio, Rocca di Andagna. Passo velocemente Molini di Triora e Triora. Imbocco la provinciale 81 e inizio a serpeggiare su per la vallata che segue il sinuoso corso del torrente Argentina. Dietro una curva appare il piccolo e poetico paesello di Creppo avvinghiato ad una rupe.

IMG_0183

Un occhiata alla sua destra ed eccoli li…il Monte Saccarello nella sua armoniosa figura che domina la scena e da cui l’intera valle nasce. La più alta cima della Liguria è ancora innevata dalla fresca neve scesa solo una settimana prima. La vista spazio libera su ogni cima. Mi fermo al bordo strada ad ammirare estasiato. Due, tre, cinque, dieci minuti. Non passa una macchina. Sono da solo. Il silenzio della natura è rigenerante.

IMG_0180

IMG_0182

Salgo in sella e riparto andandogli incontro. Un paio di curve e appare Realdo. In bilico, aggrappato su di un precipizio come un nido di aquila che domina e vigila l’intera valle.

IMG_0188

IMG_0189

Seguo ancora la strada fino a giungere proprio ai piedi del Monte Saccarello. Sento un rivolo d’acqua saltellare giù dalle rocce prima di gettarsi nell’Argentina. Mi tolgo casco e giacca e mi rinfresco con la pura e gelida acqua che un attimo prima era lassù sul monte, bianca e candida.

IMG_0193

IMG_0190

Poi percorro le ultime curve fino al piccolo piazzale ai piedi di Realdo. Da li si sale al paese solo percorrendo un lungo sentiero di pietre. All’osteria mi rifocillo, godendomi il sole e continuando ad alternare lo sguardo verso sud, nella vallata, e verso nord, con il naso all’insù ammirando il Monte Saccarello, che come un gigante buono con il cappello imbiancato, sembra tenere tutti affettuosamente ai suoi piedi.

IMG_0196  

IMG_0197

IMG_0198

Meta raggiunta. Ma se ho saziato lo stomaco con pane e formaggio freschi ancora non sono sazio di moto, curve e vallate. Guardo l’ora, le 14.30 e sono a pochi km dal confine con la Francia. Abbastanza vicino a casa come km ma non come tempo di percorrenza. Mi balena in mente l’idea Dolceacqua. il Paese è ad una 30 di km e la strada più veloce per arrivare a casa e quella sulla costa. quindi…Riparto e torno indietro sulla stessa strada fino a Triora per poi prendere la provinciale 65. Lascio Triora alla mia destra

IMG_0202

e scollino di valle in valle

IMG_0204

IMG_0205

IMG_0206

IMG_0207

IMG_0209

IMG_0214

IMG_0215

IMG_0212

Ad Isolabona mi rendo conto che ho sottostimato il tempo necessario ad arrivare a Dolceacqua e quando entro in paese sono le 16.30. Decido di non fermarmi anche complice un po’ di stanchezza. 140 km di sole curve e tornanti iniziano a farsi sentire. In fondo è il primo giro in moto della stagione. Tra l’altro questa piccola deviazione mi ha portato ancora più lontano da casa. Sono praticamente al confine con la Francia. Imposto il GPS e mi butto dentro a Ventimiglia. Decido di seguire la strada Aurelia per tutta la costa fino a casa. 60km ma a Sanremo desisto. Troppo traffico. Incolonnato ad un semaforo noto il cartello per l’autostrada A10. Non ci penso su due volte. E alle 18.30 entro in garage.

200 km di puro divertimento. La strommina già scalpita per sabato prossimo…e il pilota anche 🙂

Al Monte Saccarello Garmin Track (Aggiungere al file scaricato l’estensione .gdb)

 


View Larger Map

 

Monte.Saccarello.Itinerario

Monte.Saccarello.Profilo

Il video del giro. (Purtroppo nella parte superiore del video è rimasta la data/ora ecc. Dalla foga di provare una bullet camera non ho pensato a disattivare le scritte a schermo, e tanto meno ad impostare la data e l’ora corretta – 10/04/2010)

Al Monte Saccarello in moto – Il tetto della Liguria from Luca on Vimeo.

Verso il Mar Rosso 2010::GPS e cartine

Sono veramente curioso di visitare la Siria. Lo ero prima e lo sono ancora di più  adesso. Lo stato canaglia, come qualche buontempone di presidente lo ha definito. Si sono proprio curioso perché’ sembra proprio uno stato dimenticato, soprattutto a livello di cartografia GPS. Ci sono milioni di turisti che ogni anno visitano i numerosi siti archeologici siriani per non parlare delle due grandi città di Aleppo e Damasco eppure trovare mappe GPS della Siria e quasi impossibile. Quasi…per fortuna. La Garmin non ha mappe GPS per la Siria nel suo catalogo, l’unica copertura del paese e all’interno della WorldMap una mappa base (veramente base) che copre solo le principali strade del pianeta e NON è routable. Non si possono creare le ruote e gli itinerari. Purtroppo neanche una lunga ricerca in internet ha dato dei risultati a parte semplici mappe con le strade principali, e sempre tutte non routable. Ma la cosa ridicola è google maps. Anche loro coprono solamente le stesse (poche) strade principali eppure se si cambia visuale da “mappa” a “satellite” si può ammirare l’intero territorio siriano, città comprese, al massimo livello di zoom! Ma anche la Lonely Planet, inspiegabilmente, ha deciso di togliere dal proprio catalogo la guida della Siria. Niente più ristampe e aggiornamenti. Beh peggio per loro. Io sono riuscito a trovarne una copia su Amazon a metà prezzo.

Comunque nonostante tutti sembrano fare il possibile per dimenticarsi di questo stato canaglia, ieri rimbalzando da un sito all’altro mi sono imbattuto per caso nel classico link da “bocca spalancata”, uno di quelli che salvi nei preferiti con tanta cura.

http://garmin.na1400.info/routable.php

Free routable maps per GPS della Garmin. Selezionate la zona del mondo che volete e lasciate che il server vi prepari l’installazione da scaricare. Dopodiché lanciatela e la mappa/e verranno automaticamente installati in MapSource. Ovvio che essendo free la copertura in particolare area come per la Siria non è completa al 100%, ma incredibile a dirsi e maggiore di quella della WorldMap della Garmin e per giunta tutte le mappe sono routable!! Addirittura vi è una buona parte della città di Aleppo e Damasco. Quanto basta per non perdersi e riuscire a districarsi. fantastico! Un doveroso ringraziamento ai ragazzi di OpenStreetMap http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Main_Page

Ho anche già acquistato le cartine stradali cartacee di Siria e Giordania dalla Stanfords, ottima copertura anche se presentano, come tutte del resto, il problema dei nomi delle vie in lingua inglese invece che araba. Questo sarà un inconveniente ogni volta che chiederò indicazioni a qualcuno che non parla inglese e che quindi avrà difficolta a capire e interpretare la mia cartina. Per non parlare delle indicazioni stradali in arabo. Da quanto mi è stato detto sulle vie principali le indicazioni sono in doppia lingua, ma nelle città sono solo in arabo. Sarà interessante, una sfida in più da superare. Ma con le mappe GPS delle città che ho trovato, la situazione sarà sicuramente meno complicato da gestire. Almeno nelle città di Aleppo e Damasco.

Per quanto riguarda invece la Turchia, ho installato il Garmin CityNavigator della Turchia. Ottimo. Copertura che se non è completa direi che ci manca ben poco. E’ compresa anche la copertura di Istanbul (tiro un sospiro di sollievo, la città è enorme e il traffico tra più assurdi al mondo) e di tutte le maggiori città. Con moltissimi POI. Veramente ben fatta.

Nei Balcani invece mi affiderò al Garmin CityNavigator Europe incluso nello Zumo 660. Con l’aggiunta della Serbia e della Bulgaria non incluse. Sarà un veloce passaggio comunque, e le mappe cartacee saranno più che sufficienti.

La Giordania è quella che mi da meno da pensare. Le strade sono molto poche, il paese d’altronde è piccolo e tutti i luoghi che visiterò sono discretamente segnalati, ad ogni modo userò le mappe scaricate dal link precedente, e giusto per curiosità, vedrò nei prossimi giorni di mettere le mani anche sul Garmin CityNavigator Middle Est 2010 in cui, mi è stato riferito, la Giordania è coperta al 70% o giù di lì.

A quick ride from Liguria to Midi-PireneiTra valli e tornanti dalla Liguria ai Midi-Pirenei

Il report dei primi tre giorni trascorsi a spasso con la nuova Strommina, tra Italia e Francia a metà di Ottobre 2009.

Contro voglia ritardo di un giorno la partenza. Il desiderio di salire in sella alla strommina è grande ma all’ultimo istante l’impazienza inaspettatamente si scontra con la stanchezza. Non me ne rendo subito conto. Sono appena entrato in casa, poso le valigie e come sempre faccio ogni qual volta rientro in Italia, apro le finestre del salotto e mi siedo sul balcone per alcuni minuti a respirare e contemplare il mare davanti a casa. Si, sento la stanchezza del viaggio in aereo, ma non posso ancora andare a letto, non prima di aver impresso nella mente per l’ennesima volta le luci soffuse di Laigueglia e Alassio che si riflettono in un mare calmo e scuro come la notte che le avvolge.

IMG_0004

La luna appena sopra il mare sembra guardarmi e rassicurarmi. Non fa per niente freddo nonostante sia già la metà di ottobre.

Laigueglia baciata dalla luna

Prendo il suo sorriso luminoso come un buon auspicio di tempo sereno per i giorni seguenti e mi corico stanco ma tranquillo. La giornata dopo però non comincia per niente bene. Mi siedo sul letto e guardo l’orologio. Le 7 in punto ma mi sembra siano le 2 di notte tanto sono affaticato. La testa è pesante e non mi sento affatto bene. Penso che sia ancora colpa del volo dall’Inghilterra all’Italia o forse il mese precedente di lavoro pieno di stress e pressione o forse ancora, e molto più probabilmente, entrambe le cose. Capisco che in queste condizioni non posso neanche tirare fuori la piccola dal garage. Inutile arrabbiarsi. Devo prima ricaricare le batterie e rimettere il corpo in sintonia con la mente, che se avesse braccia e gambe sue sarebbe già in viaggio…con o senza il resto attaccato. Esco sul balcone e mi lascio accarezzare dai raggi caldi del sole lasciando lo sguardo spaziare ovunque in questa incredibile giornata autunnale.

Laigueglia e Alassio

Il campanile della chiesa di San Matteo domina sul golfo e sullo sfondo Alassio

Sono passate ormai due ore e grazie anche ad una colazione rigeneratrice recupero un minimo di forze, non molto per la verità ma per lo meno quanto basta per passare dal letto al divano e poi dal divano al garage. Anche se il corpo non ne vuole proprio sapere. Non riesco a scrollarmi di dosso completamente la stanchezza. Ma devo almeno tentare di approfittarne e a fatica, prepararo la piccola. Monto il GPS e sistemo le borse sperando che per sera mi senta meglio e che l’indomani mattina possa finalmente partire per la Francia. Ma è proprio questa sera mentre apro la porta di casa che mi rendo conto che non sto proprio in piedi e inevitabilmente decido di rimandare. Questa volta un imprecazione ci scappa. Non voglio e non riesco a fare niente, mi butto a letto direttamente senza chiedere alcuna rassicurazioni alla luna la fuori.

Apro’ gli occhi e vedo alcuni raggi di sole farsi strada tra le tapparelle abbassate. Tiro un sospiro di sollievo, almeno è una altra bellissima giornata di sole. Mi alzo e mi sento subito rigenerato. La stanchezza ha finalmente deciso di lasciarmi. Sono le 8.30. Adesso è il corpo a voler quasi prevalere sulla mente che invece ponderatamente pensa che è troppo tardi per prepararsi e mettersi in viaggio adesso cosi su due piedi. Una veloce colazione mi fa ritornare l’entusiasmo, ormai ho la sensazione che il lungo digiuno da viaggi in moto stia per finire. Seduto mentre sorseggio un the e mentre guardo il mare la fuori immagino il momento e nonostante sia ancora un po’ assonnato dentro al mio pigiama mi sembra quasi di risentire quella inconfondibile sensazione di libertà e indipendenza che solo il viaggio in moto per le strade del mondo sa dare. Devo tenere a bada la frenesia. Ma poi lascio che tutto vada per conto suo. Corro dalla piccola giù in garage e dopo un mese e mezzo, ovvero da quando abbiamo fatto i pochi km insieme dal concessionario a casa, accendo il motore e la porto fuori a godere del sole di questa splendida giornata. Sento che è “su di giri” quanto me. Infilo poche cose nel bauletto e nella borsa serbatoio e salgo in sella. L’emozione è forte. troppi anni sono passati dall’ultima volta che ho sentito la stessa emozione. Chiudo il casco e parto senza sapere per dove. Non importa. Non mi importa. Voglio solo sentire il suo motore morbido rombare e sentirla delicatamente e armoniosamente affrontare curva dopo curva, voglio sentire di nuovo quell’armoniosa sintonia che nasce tra il pilota e la sua moto. Dopo alcune curve di pura emozione una luce lampeggiante sul cruscotto mi fa riprende il controllo della razionalità. La piccola ha sete, facciamo sosta al primo benzinaio. Poi riparto ma alla rotonda istintivamente prendo la strada per la vallata di Andora invece che quella per il lungomare e la via Aurelia. Poche curve, la strada e deserta ma il feeling tra noi due è ancora troppo acerbo. Non mi azzardo a chiedergli troppo per ora. Allo svincolo giro a destra per Stellanello e la strada inizia a salire sulla collina diventando sempre più stretta. Ci siamo. Uno, due, tre tornantini e siamo in un attimo sulla collina sopra la vallata di Andora.

La vallata di Andora

Chiesetta sulle alture di Andora

Vallata di Andora Andora e il mare su cui si affaccia all'orizzonte

Mi fermo per l’ennesima fotografia e mi accorgo di essere in maniche corte e jeans con scarpe leggere da barca vela. A guardarmi non ho proprio l’aria del motociclista, ma è solo perché’ si indossano abiti e non emozioni. Proseguo anche un po’ incoscientemente verso la cima della collina e passo San Fedele fino su al bivio che porta a Testico.

La strada per Testico sopra Alassio

IMG_0029

La strommina riposa all'ombra

La giornata e tiepida anche quassù e il sole continua a splendere. Proseguo fino al passo del Ginestro per vedere le vallate tra Alassio e Albenga.

vista dal passo del ginestro

La vallate tra Alassio e Albenga

L’aria diventa più pungente. ancora qualche curva, non c’è nessuno sulla strada. Apro un po’ l’acceleratore poi a malincuore decido di fare inversione. Scendo di nuovo a Testico ma questa volta al bivio tiro dritto e passo dalla Crocetta scendendo ad Alassio. la strada è un po’ più trafficata ma questo non mi impedisce di godere a pieno dei tornanti. Vedo il mare e l’isola Gallinara tra Alassio e Albenga, sono quasi a casa.

Alassio vista dalla Crocietta

Rimetto la piccola in garage e corro in casa a preparare i bagagli per domani. Avremo parecchi km da fare verso la prima tappa a Millau in Francia e tutto ora sembra perfetto. Io, la moto, e il tempo primaverile di un autunno un po’ pazzerello.

Finalmente il grande giorno è arrivato! sveglia alle 7 in punto, o quasi. Ma come sempre mi capita quando metto la sveglia mi alzo prima che questa possa emettere una sola nota. Mi fiondo subito sul balcone. L’aria e frizzante ma il cielo e di una limpidezza quasi irreale. Faccio colazione guardando l’alba cambiare i colori del cielo in continuazione come un pittore che dipinge la sua opera d’arte con tonalità via via sempre più vivaci.

L'alba che sta per arrivare

Non appena il rosso fuoco dell’alba colora gli ultimi sprazzi di oscurità della notte, intravedo all’orizzonte le montagne della Toscana. E immediatamente davanti a questo spettacolo della natura penso che la giornata non potrà che essere perfetta.

La toscana all'orizzonte

Aspetto che il protagonista principale di questo spettacolo faccia la sua comparsa trionfale in scena…

Ed ecco il protagonista principale di questo spettacolo

…e poi finisco di prepararmi. La piccola strommina mi aspetta scalpitante in garage. Ma io come al solito mi faccio attendere. Parto che sono ormai le 9 ma la giornata di sole sono sicuro mi accompagnerà fino a Millau. Subito mi sento un po’ impacciato nella mia tenuta nuova da motociclista serio ma presto mi ci abito. Imbocco l’autostrada A10 ad Andora e con poco traffico arrivo tranquillo al confine con la Francia. Passo velocemente il solito traffico all’altezza di Nizza, Cannes e Saint Tropez ma la piccola si fa condurre con agilità e classe. In un batter d’occhio sono a ‘Marsiglia mi fermo nella piazzola di sosta appena dopo il casello per fare un spuntino, E’ mezzogiorno e la temperatura è superiore ai 20 gradi tanto che devo togliermi la giacca invernale per evitare di sciogliermi. Si ferma una macchina a fianco alla mia moto e ne scendono una giovane coppia asiatica con due bambini piccoli. Il papà porta le figlioletta al bagno e la mamma fa passeggiare il piccolo che rimane subito rapito dalla strommina. Lo saluto mentre mi rivesto e mi regala un sorriso enorme mentre con due occhi grande guarda quel cavallo di ferro nero rombare via. Decido di fermarmi a fare benzina all’altezza di Salon de Provence anche se l’indicatore mi segnala poco meno della meta serbatoio. Almeno cosi non ci penso facendo una tirata dritta senza soste fino a Millau. Entro nell’area di servizio e mi metto in coda. Troppe macchine hanno evidentemente deciso per la mia stessa sosta carburante. Poco male. Il caldo però si fa sentire scendo dalla moto ma non ho voglio di svestirmi di nuovo. Mi cade l’occhio sulla macchina dalla parte opposta della pompa di benzina in cui sono in coda e vedo un bambino da dietro al vetro salutarmi. E il piccolo di prima, e mi regala un altro stupendo sorriso. Chissà se anche loro stanno andando a Millau. Intanto inizio a grondare sudore sotto la giacca nonostante abbia solo una magliettina di cotone. Preferisco ripartire vorrà dire che mi fermerò più avanti. Dopo pochi km l’aria diventa improvvisamente più fresca e inizio a sentire più turbolenze. Vedo le punte delle file di cipressi ai lati dell’autostrada piegarsi quasi a novanta gradi sotto le forti raffiche di vento. La piccola per ora resiste bene e sfreccia veloce ma l’intensità del vento aumenta sempre di più. Inizio a preoccuparmi. All’altezza di Saint Martin de Crau il vento è fortissimo. La piccola e io fatichiamo a mantenere la corsia. Anche a velocità sostenuta. Mai prima d’ora avevo trovato un vento cosi forte in moto e pensare che sono nato in posto piuttosto ventoso! Ma questo è veramente forte. L’autostrada è quasi deserta i TIR sono quasi tutti parcheggiati nelle aeree di sosta. Un trio di motociclisti mi sorpassa salutandomi, la cosa mi risolleva il morale. Non sono il solo matto a percorrere questa autostrada con raffiche di vento a quasi cento all’ora! Ma presto mi rendo conto che non basta. Sono solo a meta strada e questo vento mi costringe a fare una fatica incredibile piegato come se fossi in curva su tratti completamente dritti. Cosi non si può andare diventa troppo pericoloso. Per alcuni km mi metto dietro ad un camion che mi ripara dalle raffiche frontali ma poi cedo alla prudenza grazie al cielo ed esco a Arles. Ne approfitto per fare benzina e aspettare un oretta sperando che la situazione migliori. Faccio 20 euro di benzina ma incredibilmente ne spargo un buon litro per terra per colpa di questo dannato vento. Riparto ma dopo pochi km abbandono nuovamente l’autostrada. Pazzesco! Decido allora di provare a fare le strade interne spostandomi dalla costa e dirigendomi verso nord. Attraverso Nimes e punto verso Ales. Giunto nella città capisco che non c’è modo di arrivare a Milau.per oggi in queste condizioni e troppo rischioso. Ales è un buon compromesso, è a circa 60km da Florac, una delle tappe che mi ero prefissato per il giorno successivo insieme al parco del Cevennes.

Ales...Brava la piccola

Ma il vento non sembra proprio mollare neanche andando verso nord. Alle 17 trovo un hotel Etap a Saint Christol les Ales pochi km a sud di Ales. Pulito, semplice e a buon prezzo con parcheggio privato per moto. L’itinerario e definitivamente cambiato domani e si vedrà.

Dormito male. Appena mi alzo spalanco la finestra. Un freddo pungente e ancora vento…mi sembra diminuito ma purtroppo e solo un impressione. Mi rimetto in sella e alle 9 parto per il parco nazionale del Cevennes. Salgo da Saint Jean du Gard passando per Gabriac e Le Pompidou. Il vento è fortissimo e freddissimo ma il cielo è limpidissimo e lo spettacolo che offre le “Corniche de Cevennes” è impagabile.

Parco Nazionale del Cervennes

Non c’è nessuno sulla strada che sale. Solo panorami che si aprono su vallate da lasciare senza fiato.

Strada verso Pompidou parco de Cavennes

Pascoli sulla strada verso Florac

Curva dopo curva arrivo a Florac. Il freddo è intenso e per colpa di questo vento forte e gelido ci saranno si e no 8 gradi. I nuovi guanti invernali non mi proteggono abbastanza a questa  temperatura. ho le dita delle mani quasi congelate. Mi fermo nel parcheggio di fronte al Castello e mi devo anche infilare una felpa sotto la giacca. La moto sul cavalletto ondeggia sotto le raffiche di un vento che non vuole dare tregua neanche quassù. Incomincia a risentirne anche il mio morale soprattutto pensando alle tappe da Millau a Carcassonne e Rennes le Château con questo dannato tempo. Bevo qualcosa di caldo e riparto da Florac facendo il giro alto passando da Ispagnac verso Saint Enemie. Imposto il GPS e dopo avermi fatto fare un inutile giro per la citta’ decide di portarmi finalmente fuori.

Il Castello di Florac

La strada diventa stradina mentre sale ripida. Troppo ripida e troppo stradina. Ho il presentimento che il GPS mi abbia fatto fare la strada più veloce. Appena arrivo in cima guardo la cartina e capisco di essere sulla stradina che porta a Valbelle e giù nella vallata dopo fino a Montbrun. si sale rapidamente e prego di non incontrare macchine che vengono in giù perché’ lo spazio è talmente stretto che una macchina e una moto in alcuni punti non ci passano proprio. Maledico il GPS. Ma appena arrivo in cima alla montagna la vista che si pare sulla vallata e stratosferica! La stradina inizia a scendere ripida e la vedo serpeggiare lungo tutto il dorsale della valle. Non ci sono protezioni e lo strapiombo sulla valle fa venire i brividi ma permette di godere a pieno dello spettacolo. Bacio il GPS. Abbarbicato su un piccolo promontorio in mezzo alla valle vedo il paesino di Montbrun scatto una foto e vedo arrivare una vecchia jeep. Si ferma e il conducente mi guarda come avesse appena visto un marziano. Su quella impervia stradina non devono passare molti viaggiatori. Dopo avermi squadrato riparte e io continuo a scattare foto. Qualche tornante dopo lo incontro mentre scende dalla jeep con due fucili da caccia sulle spalle…ma non siamo ancora nel parco nazionale del Cevennes ? Mi domando divertito.

La vallata che si apre dopo

Stradina che scende nella valle versoMontbrun

Valle di Montbrun

Montbrun al centro della valle

Giungo infondo alla valle e finalmente vedo il fiume Tarn. la temperatura e salita mi fermo a Blajoux per bere qualcosa e togliermi la felpa. Il sole è caldissimo e il vento qui non arriva. Riparto sulla D907 dove incrocio alcuni motociclisti la strada ora è la classica strada di montagna con curve armoniose e dolci una spasso per la guida. Lascio correre la strommina libera complice il traffico praticamente assente e giungo a Sainte Enimie.

Sainte Enimie 2

Mi fermo nel parcheggio all’ombra degli alberi e faccio uno spuntino. Poi riparto verso La Malene costeggiando tutto il fiume Tarn con una sosta d’obbligo al Chateau du la Caze

Chateau de la Caze

La Malene piazza principale

La Malene

IMG_0061

Il fiume Tarn

Il vento è completamente cessato. Proseguo sulla D907 verso Les Vignes ed entro nelle Gorges du Tarn. La strada è quanto di più bello abbia percorso fino ad ora con la piccola strommina. Limite di 90km/h senza traffico curve morbide e dolci che seguono il sinuoso percorso del fiume Tarn. Tunnel scavati nella roccia a strapiombo sul corso d’acqua e parete rocciose che si sporgono sulla strada creando strane e meravigliose conformazioni.

Gorges du Tarn

Gorges du Tarn 2

A Boyne la strada ritorna ad essere una traffica provinciale e segna l’uscita dal parco nazionale del Cevennes. Attraverso velocemente Riviere sur Tarn ed entro nella vallata di Millau. Non sto più nella pelle per vedere il ponte di Millau. Mi ero ripromesso alcuni anni fa che al mio ritorno in moto il primo viaggio sarebbe stato al ponte di Millau. Avevo visto un documentario in televisione sulla sua realizzazione e mi aveva letteralmente impressionato. Ed ora sono qui a pochi km anche se ancora non lo vedo. Passo il paese di Compeyre alla mia destra e dopo poche curve sono dentro a Millau.

Compeyre

Ma improvvisamente quando la vallata di Millau si apre davanti a me raffiche di vento forte mi investono di nuovo. Esco a sud di Millau e il GPS mi porta davanti a questa monumentale costruzione. E’ impressionante. E’ imponente. E’ una meraviglia dell’ingegneria. L’uomo quando vuole sa proprio costruire meraviglie. 2460 metri di lunghezza 8 campate sorrette da 7 piloni il più alto è di 340 metri, più alto della Torre Eiffel. I piloni sono impressionanti soprattutto standoci sotto. Sotto al ponte in corrispondenza del pilone più alto è stato costruito un centro visitatori ed è li che parcheggio dopo circa 700 km. Spengo la moto e piuttosto emozionato inizio scattare foto all’impazzata.

Il ponte di Millau

Il Ponte di Millau 2

La parte di ponte che va verso nord

L'altra meta che procede a sud

Il pilone dei record

“Brava strommina!” dico soddisfatto mentre faccio l’ultima foto alla piccola appena fuori da Millau.

Brava!

Mi fermo a fare benzina appena dopo il ponte e con calma penso a cosa fare. L’itinerario che mi ero prefissato ora prevedeva una tappa di trasferimento di 250 km circa di pura autostrada verso Carcassonne dove avrei visitato la città medievale e il paese dei misteri di Rennes le Chateau per poi rientrare il giorno dopo a casa. Ma il vento mi perseguita. Persino qui nella valle di Millau piuttosto a nord dalla costa e’ veramente forte. Non me la sento di rischiare di aggiungere altri 450 km con venti a quasi 100km/h, per altro con un solo giorno a disposizione. Sono le 3 del pomeriggio e decido di concludere il mio girovagare e con calma mi incammino verso l’Italia. Da Montpellier a Marsiglia il forte vento mi costringe a fermarmi diverse volte. E anche il problema dei guanti, la temperatura e scesa di almeno 10 gradi dal giorno prima. Ma la strommina mi porta a casa sano e salvo. Alle 21.45 entro in garage. 711 km, e 1200km in totale in due giorni di pura libertà e divertimento.

Il report dei primi tre giorni trascorsi a spasso con la nuova Strommina, tra Italia e Francia a metà di Ottobre 2009.

Contro voglia ritardo di un giorno la partenza. Il desiderio di salire in sella alla strommina è grande ma all’ultimo istante l’impazienza inaspettatamente si scontra con la stanchezza. Non me ne rendo subito conto. Sono appena entrato in casa, poso le valigie e come sempre faccio ogni qual volta rientro in Italia, apro le finestre del salotto e mi siedo sul balcone per alcuni minuti a respirare e contemplare il mare davanti a casa. Si, sento la stanchezza del viaggio in aereo, ma non posso ancora andare a letto, non prima di aver impresso nella mente per l’ennesima volta le luci soffuse di Laigueglia e Alassio che si riflettono in un mare calmo e scuro come la notte che le avvolge.

IMG_0004

La luna appena sopra il mare sembra guardarmi e rassicurarmi. Non fa per niente freddo nonostante sia già la metà di ottobre.

Laigueglia baciata dalla luna

Prendo il suo sorriso luminoso come un buon auspicio di tempo sereno per i giorni seguenti e mi corico stanco ma tranquillo. La giornata dopo però non comincia per niente bene. Mi siedo sul letto e guardo l’orologio. Le 7 in punto ma mi sembra siano le 2 di notte tanto sono affaticato. La testa è pesante e non mi sento affatto bene. Penso che sia ancora colpa del volo dall’Inghilterra all’Italia o forse il mese precedente di lavoro pieno di stress e pressione o forse ancora, e molto più probabilmente, entrambe le cose. Capisco che in queste condizioni non posso neanche tirare fuori la piccola dal garage. Inutile arrabbiarsi. Devo prima ricaricare le batterie e rimettere il corpo in sintonia con la mente, che se avesse braccia e gambe sue sarebbe già in viaggio…con o senza il resto attaccato. Esco sul balcone e mi lascio accarezzare dai raggi caldi del sole lasciando lo sguardo spaziare ovunque in questa incredibile giornata autunnale.

Laigueglia e Alassio

Il campanile della chiesa di San Matteo domina sul golfo e sullo sfondo Alassio

Sono passate ormai due ore e grazie anche ad una colazione rigeneratrice recupero un minimo di forze, non molto per la verità ma per lo meno quanto basta per passare dal letto al divano e poi dal divano al garage. Anche se il corpo non ne vuole proprio sapere. Non riesco a scrollarmi di dosso completamente la stanchezza. Ma devo almeno tentare di approfittarne e a fatica, prepararo la piccola. Monto il GPS e sistemo le borse sperando che per sera mi senta meglio e che l’indomani mattina possa finalmente partire per la Francia. Ma è proprio questa sera mentre apro la porta di casa che mi rendo conto che non sto proprio in piedi e inevitabilmente decido di rimandare. Questa volta un imprecazione ci scappa. Non voglio e non riesco a fare niente, mi butto a letto direttamente senza chiedere alcuna rassicurazioni alla luna la fuori.

Apro’ gli occhi e vedo alcuni raggi di sole farsi strada tra le tapparelle abbassate. Tiro un sospiro di sollievo, almeno è una altra bellissima giornata di sole. Mi alzo e mi sento subito rigenerato. La stanchezza ha finalmente deciso di lasciarmi. Sono le 8.30. Adesso è il corpo a voler quasi prevalere sulla mente che invece ponderatamente pensa che è troppo tardi per prepararsi e mettersi in viaggio adesso cosi su due piedi. Una veloce colazione mi fa ritornare l’entusiasmo, ormai ho la sensazione che il lungo digiuno da viaggi in moto stia per finire. Seduto mentre sorseggio un the e mentre guardo il mare la fuori immagino il momento e nonostante sia ancora un po’ assonnato dentro al mio pigiama mi sembra quasi di risentire quella inconfondibile sensazione di libertà e indipendenza che solo il viaggio in moto per le strade del mondo sa dare. Devo tenere a bada la frenesia. Ma poi lascio che tutto vada per conto suo. Corro dalla piccola giù in garage e dopo un mese e mezzo, ovvero da quando abbiamo fatto i pochi km insieme dal concessionario a casa, accendo il motore e la porto fuori a godere del sole di questa splendida giornata. Sento che è “su di giri” quanto me. Infilo poche cose nel bauletto e nella borsa serbatoio e salgo in sella. L’emozione è forte. troppi anni sono passati dall’ultima volta che ho sentito la stessa emozione. Chiudo il casco e parto senza sapere per dove. Non importa. Non mi importa. Voglio solo sentire il suo motore morbido rombare e sentirla delicatamente e armoniosamente affrontare curva dopo curva, voglio sentire di nuovo quell’armoniosa sintonia che nasce tra il pilota e la sua moto. Dopo alcune curve di pura emozione una luce lampeggiante sul cruscotto mi fa riprende il controllo della razionalità. La piccola ha sete, facciamo sosta al primo benzinaio. Poi riparto ma alla rotonda istintivamente prendo la strada per la vallata di Andora invece che quella per il lungomare e la via Aurelia. Poche curve, la strada e deserta ma il feeling tra noi due è ancora troppo acerbo. Non mi azzardo a chiedergli troppo per ora. Allo svincolo giro a destra per Stellanello e la strada inizia a salire sulla collina diventando sempre più stretta. Ci siamo. Uno, due, tre tornantini e siamo in un attimo sulla collina sopra la vallata di Andora.

La vallata di Andora

Chiesetta sulle alture di Andora

Vallata di Andora Andora e il mare su cui si affaccia all'orizzonte

Mi fermo per l’ennesima fotografia e mi accorgo di essere in maniche corte e jeans con scarpe leggere da barca vela. A guardarmi non ho proprio l’aria del motociclista, ma è solo perché’ si indossano abiti e non emozioni. Proseguo anche un po’ incoscientemente verso la cima della collina e passo San Fedele fino su al bivio che porta a Testico.

La strada per Testico sopra Alassio

IMG_0029

La strommina riposa all'ombra

La giornata e tiepida anche quassù e il sole continua a splendere. Proseguo fino al passo del Ginestro per vedere le vallate tra Alassio e Albenga.

vista dal passo del ginestro

La vallate tra Alassio e Albenga

L’aria diventa più pungente. ancora qualche curva, non c’è nessuno sulla strada. Apro un po’ l’acceleratore poi a malincuore decido di fare inversione. Scendo di nuovo a Testico ma questa volta al bivio tiro dritto e passo dalla Crocetta scendendo ad Alassio. la strada è un po’ più trafficata ma questo non mi impedisce di godere a pieno dei tornanti. Vedo il mare e l’isola Gallinara tra Alassio e Albenga, sono quasi a casa.

Alassio vista dalla Crocietta

Rimetto la piccola in garage e corro in casa a preparare i bagagli per domani. Avremo parecchi km da fare verso la prima tappa a Millau in Francia e tutto ora sembra perfetto. Io, la moto, e il tempo primaverile di un autunno un po’ pazzerello.

Finalmente il grande giorno è arrivato! sveglia alle 7 in punto, o quasi. Ma come sempre mi capita quando metto la sveglia mi alzo prima che questa possa emettere una sola nota. Mi fiondo subito sul balcone. L’aria e frizzante ma il cielo e di una limpidezza quasi irreale. Faccio colazione guardando l’alba cambiare i colori del cielo in continuazione come un pittore che dipinge la sua opera d’arte con tonalità via via sempre più vivaci.

L'alba che sta per arrivare

Non appena il rosso fuoco dell’alba colora gli ultimi sprazzi di oscurità della notte, intravedo all’orizzonte le montagne della Toscana. E immediatamente davanti a questo spettacolo della natura penso che la giornata non potrà che essere perfetta.

La toscana all'orizzonte

Aspetto che il protagonista principale di questo spettacolo faccia la sua comparsa trionfale in scena…

Ed ecco il protagonista principale di questo spettacolo

…e poi finisco di prepararmi. La piccola strommina mi aspetta scalpitante in garage. Ma io come al solito mi faccio attendere. Parto che sono ormai le 9 ma la giornata di sole sono sicuro mi accompagnerà fino a Millau. Subito mi sento un po’ impacciato nella mia tenuta nuova da motociclista serio ma presto mi ci abito. Imbocco l’autostrada A10 ad Andora e con poco traffico arrivo tranquillo al confine con la Francia. Passo velocemente il solito traffico all’altezza di Nizza, Cannes e Saint Tropez ma la piccola si fa condurre con agilità e classe. In un batter d’occhio sono a ‘Marsiglia mi fermo nella piazzola di sosta appena dopo il casello per fare un spuntino, E’ mezzogiorno e la temperatura è superiore ai 20 gradi tanto che devo togliermi la giacca invernale per evitare di sciogliermi. Si ferma una macchina a fianco alla mia moto e ne scendono una giovane coppia asiatica con due bambini piccoli. Il papà porta le figlioletta al bagno e la mamma fa passeggiare il piccolo che rimane subito rapito dalla strommina. Lo saluto mentre mi rivesto e mi regala un sorriso enorme mentre con due occhi grande guarda quel cavallo di ferro nero rombare via. Decido di fermarmi a fare benzina all’altezza di Salon de Provence anche se l’indicatore mi segnala poco meno della meta serbatoio. Almeno cosi non ci penso facendo una tirata dritta senza soste fino a Millau. Entro nell’area di servizio e mi metto in coda. Troppe macchine hanno evidentemente deciso per la mia stessa sosta carburante. Poco male. Il caldo però si fa sentire scendo dalla moto ma non ho voglio di svestirmi di nuovo. Mi cade l’occhio sulla macchina dalla parte opposta della pompa di benzina in cui sono in coda e vedo un bambino da dietro al vetro salutarmi. E il piccolo di prima, e mi regala un altro stupendo sorriso. Chissà se anche loro stanno andando a Millau. Intanto inizio a grondare sudore sotto la giacca nonostante abbia solo una magliettina di cotone. Preferisco ripartire vorrà dire che mi fermerò più avanti. Dopo pochi km l’aria diventa improvvisamente più fresca e inizio a sentire più turbolenze. Vedo le punte delle file di cipressi ai lati dell’autostrada piegarsi quasi a novanta gradi sotto le forti raffiche di vento. La piccola per ora resiste bene e sfreccia veloce ma l’intensità del vento aumenta sempre di più. Inizio a preoccuparmi. All’altezza di Saint Martin de Crau il vento è fortissimo. La piccola e io fatichiamo a mantenere la corsia. Anche a velocità sostenuta. Mai prima d’ora avevo trovato un vento cosi forte in moto e pensare che sono nato in posto piuttosto ventoso! Ma questo è veramente forte. L’autostrada è quasi deserta i TIR sono quasi tutti parcheggiati nelle aeree di sosta. Un trio di motociclisti mi sorpassa salutandomi, la cosa mi risolleva il morale. Non sono il solo matto a percorrere questa autostrada con raffiche di vento a quasi cento all’ora! Ma presto mi rendo conto che non basta. Sono solo a meta strada e questo vento mi costringe a fare una fatica incredibile piegato come se fossi in curva su tratti completamente dritti. Cosi non si può andare diventa troppo pericoloso. Per alcuni km mi metto dietro ad un camion che mi ripara dalle raffiche frontali ma poi cedo alla prudenza grazie al cielo ed esco a Arles. Ne approfitto per fare benzina e aspettare un oretta sperando che la situazione migliori. Faccio 20 euro di benzina ma incredibilmente ne spargo un buon litro per terra per colpa di questo dannato vento. Riparto ma dopo pochi km abbandono nuovamente l’autostrada. Pazzesco! Decido allora di provare a fare le strade interne spostandomi dalla costa e dirigendomi verso nord. Attraverso Nimes e punto verso Ales. Giunto nella città capisco che non c’è modo di arrivare a Milau.per oggi in queste condizioni e troppo rischioso. Ales è un buon compromesso, è a circa 60km da Florac, una delle tappe che mi ero prefissato per il giorno successivo insieme al parco del Cevennes.

Ales...Brava la piccola

Ma il vento non sembra proprio mollare neanche andando verso nord. Alle 17 trovo un hotel Etap a Saint Christol les Ales pochi km a sud di Ales. Pulito, semplice e a buon prezzo con parcheggio privato per moto. L’itinerario e definitivamente cambiato domani e si vedrà.

Dormito male. Appena mi alzo spalanco la finestra. Un freddo pungente e ancora vento…mi sembra diminuito ma purtroppo e solo un impressione. Mi rimetto in sella e alle 9 parto per il parco nazionale del Cevennes. Salgo da Saint Jean du Gard passando per Gabriac e Le Pompidou. Il vento è fortissimo e freddissimo ma il cielo è limpidissimo e lo spettacolo che offre le “Corniche de Cevennes” è impagabile.

Parco Nazionale del Cervennes

Non c’è nessuno sulla strada che sale. Solo panorami che si aprono su vallate da lasciare senza fiato.

Strada verso Pompidou parco de Cavennes

Pascoli sulla strada verso Florac

Curva dopo curva arrivo a Florac. Il freddo è intenso e per colpa di questo vento forte e gelido ci saranno si e no 8 gradi. I nuovi guanti invernali non mi proteggono abbastanza a questa  temperatura. ho le dita delle mani quasi congelate. Mi fermo nel parcheggio di fronte al Castello e mi devo anche infilare una felpa sotto la giacca. La moto sul cavalletto ondeggia sotto le raffiche di un vento che non vuole dare tregua neanche quassù. Incomincia a risentirne anche il mio morale soprattutto pensando alle tappe da Millau a Carcassonne e Rennes le Château con questo dannato tempo. Bevo qualcosa di caldo e riparto da Florac facendo il giro alto passando da Ispagnac verso Saint Enemie. Imposto il GPS e dopo avermi fatto fare un inutile giro per la citta’ decide di portarmi finalmente fuori.

Il Castello di Florac

La strada diventa stradina mentre sale ripida. Troppo ripida e troppo stradina. Ho il presentimento che il GPS mi abbia fatto fare la strada più veloce. Appena arrivo in cima guardo la cartina e capisco di essere sulla stradina che porta a Valbelle e giù nella vallata dopo fino a Montbrun. si sale rapidamente e prego di non incontrare macchine che vengono in giù perché’ lo spazio è talmente stretto che una macchina e una moto in alcuni punti non ci passano proprio. Maledico il GPS. Ma appena arrivo in cima alla montagna la vista che si pare sulla vallata e stratosferica! La stradina inizia a scendere ripida e la vedo serpeggiare lungo tutto il dorsale della valle. Non ci sono protezioni e lo strapiombo sulla valle fa venire i brividi ma permette di godere a pieno dello spettacolo. Bacio il GPS. Abbarbicato su un piccolo promontorio in mezzo alla valle vedo il paesino di Montbrun scatto una foto e vedo arrivare una vecchia jeep. Si ferma e il conducente mi guarda come avesse appena visto un marziano. Su quella impervia stradina non devono passare molti viaggiatori. Dopo avermi squadrato riparte e io continuo a scattare foto. Qualche tornante dopo lo incontro mentre scende dalla jeep con due fucili da caccia sulle spalle…ma non siamo ancora nel parco nazionale del Cevennes ? Mi domando divertito.

La vallata che si apre dopo

Stradina che scende nella valle versoMontbrun

Valle di Montbrun

Montbrun al centro della valle

Giungo infondo alla valle e finalmente vedo il fiume Tarn. la temperatura e salita mi fermo a Blajoux per bere qualcosa e togliermi la felpa. Il sole è caldissimo e il vento qui non arriva. Riparto sulla D907 dove incrocio alcuni motociclisti la strada ora è la classica strada di montagna con curve armoniose e dolci una spasso per la guida. Lascio correre la strommina libera complice il traffico praticamente assente e giungo a Sainte Enimie.

Sainte Enimie 2

Mi fermo nel parcheggio all’ombra degli alberi e faccio uno spuntino. Poi riparto verso La Malene costeggiando tutto il fiume Tarn con una sosta d’obbligo al Chateau du la Caze

Chateau de la Caze

La Malene piazza principale

La Malene

IMG_0061

Il fiume Tarn

Il vento è completamente cessato. Proseguo sulla D907 verso Les Vignes ed entro nelle Gorges du Tarn. La strada è quanto di più bello abbia percorso fino ad ora con la piccola strommina. Limite di 90km/h senza traffico curve morbide e dolci che seguono il sinuoso percorso del fiume Tarn. Tunnel scavati nella roccia a strapiombo sul corso d’acqua e parete rocciose che si sporgono sulla strada creando strane e meravigliose conformazioni.

Gorges du Tarn

Gorges du Tarn 2

A Boyne la strada ritorna ad essere una traffica provinciale e segna l’uscita dal parco nazionale del Cevennes. Attraverso velocemente Riviere sur Tarn ed entro nella vallata di Millau. Non sto più nella pelle per vedere il ponte di Millau. Mi ero ripromesso alcuni anni fa che al mio ritorno in moto il primo viaggio sarebbe stato al ponte di Millau. Avevo visto un documentario in televisione sulla sua realizzazione e mi aveva letteralmente impressionato. Ed ora sono qui a pochi km anche se ancora non lo vedo. Passo il paese di Compeyre alla mia destra e dopo poche curve sono dentro a Millau.

Compeyre

Ma improvvisamente quando la vallata di Millau si apre davanti a me raffiche di vento forte mi investono di nuovo. Esco a sud di Millau e il GPS mi porta davanti a questa monumentale costruzione. E’ impressionante. E’ imponente. E’ una meraviglia dell’ingegneria. L’uomo quando vuole sa proprio costruire meraviglie. 2460 metri di lunghezza 8 campate sorrette da 7 piloni il più alto è di 340 metri, più alto della Torre Eiffel. I piloni sono impressionanti soprattutto standoci sotto. Sotto al ponte in corrispondenza del pilone più alto è stato costruito un centro visitatori ed è li che parcheggio dopo circa 700 km. Spengo la moto e piuttosto emozionato inizio scattare foto all’impazzata.

Il ponte di Millau

Il Ponte di Millau 2

La parte di ponte che va verso nord

L'altra meta che procede a sud

Il pilone dei record

“Brava strommina!” dico soddisfatto mentre faccio l’ultima foto alla piccola appena fuori da Millau.

Brava!

Mi fermo a fare benzina appena dopo il ponte e con calma penso a cosa fare. L’itinerario che mi ero prefissato ora prevedeva una tappa di trasferimento di 250 km circa di pura autostrada verso Carcassonne dove avrei visitato la città medievale e il paese dei misteri di Rennes le Chateau per poi rientrare il giorno dopo a casa. Ma il vento mi perseguita. Persino qui nella valle di Millau piuttosto a nord dalla costa e’ veramente forte. Non me la sento di rischiare di aggiungere altri 450 km con venti a quasi 100km/h, per altro con un solo giorno a disposizione. Sono le 3 del pomeriggio e decido di concludere il mio girovagare e con calma mi incammino verso l’Italia. Da Montpellier a Marsiglia il forte vento mi costringe a fermarmi diverse volte. E anche il problema dei guanti, la temperatura e scesa di almeno 10 gradi dal giorno prima. Ma la strommina mi porta a casa sano e salvo. Alle 21.45 entro in garage. 711 km, e 1200km in totale in due giorni di pura libertà e divertimento.

Work in progress…

Nuovo blog dedicato solo ai viaggi in moto. Era necessario dato che i post su questo argomento saranno pieni zeppi di report di viaggio con foto, video e sull’altro blog avrebbero creato un po’ troppa confusione. Inizierò a breve con qualche aggiornamento sulla programmazione del viaggio verso il Mar Rosso di Giugno…non appena finito di configurare il blog.