2744 – il report del giro

Come promesso ecco il report dell’ultimo giro in moto della stagione.

Sabato mattina sul tardi, mentre tiro fuori l’abbigliamento da moto guardo l’orologio pensando che forse un giorno riuscirò anche io a salire in sella all’alba come i veri moto-viaggiatori e guadagnare così quelle due ore in più di viaggio e divertimento. Ovviamente questo non è ancora quel giorno. Sono infatti le 10 quando vestito di tutto punto carico un paio di cose nel bauletto e nella borsa serbatoio. La giornata promette di essere la tipica giornata di settembre, soleggiata e calda ma non bollente, almeno qui sulla costa. Ieri sera per essere sicuro ho guardato tutte le previsioni del tempo sui vari colli su cui salirò oggi, giusto per evitare sorprese. E di sorprese sembra proprio non ce ne saranno. Bene. Accendo il navigatore e imposto l’itinerario già preparato da diverso tempo. Il percorso è piuttosto lungo, circa 600km di cui 500km su strade provinciali o di alta montagna. Mentre un centinaio sono di autostrada, da Laigueglia a Ventimiglia, da dove poi inizierò a risalire verso Cuneo. In genere questi itinerari di più di 400km me li preparo durante l’inverno in modo da averli già belli pronti in estate quando arrivo in Italia senza così dover perdere tempo a cercare strade o pianificare tappe. Mi basta accendere il navigatore, selezionare l’itinerario e partire. Ecco appunto, basterebbe questo se non fosse che uscito dal garage arrivo allo stop e la voce del navigatore mi dice di svoltare a sinistra. Peccato che l’autostrada per raggiungere Ventimiglia è a destra! Iniziamo proprio bene. Ignoro il navigatore e giro a destra. A Capo Mele lo spengo del tutto. Appena uscirò dall’autostrada a Ventimiglia ci darò uno sguardo, evidentemente nel caricare il percorso dal computer, il navigatore ha pensato bene di ricalcolarselo “ad-minchiam”, decidendo che la Savona-Torino era l’autostrada migliore per raggiungere Cuneo. In autostrada trovo pochissimo traffico, ormai la stagione è finita da un paio di settimane e i vacanzieri da spiaggia sono tornati alle città mentre sulla strada per il colle di tenda trovo il solito via vai di moto e vacanzieri del fine settimana. Passo il tunnel del tenda e in un batter d’occhio sono a Cuneo dove sistemo il navigatore, che adesso ha finalmente capito dove sto andando e dove voglio arrivare. Quasi per farsi perdonare, mi fa attraversare dei piccoli borghi tra campi e stradine di campagna. Arrivo infine sulla provinciale 8 dopo aver passato Busca, Costigliole Saluzzo, Piasco e Venasca. Qui mi fermo in una piazzola sulla lunga e dritta provinciale a fare un spuntino, non mi sono infatti accorto che l’orologio segna quasi le due. Fino ad ora nonostante sia ancora in pianura, mi sto davvero godendo la guida della suzukina. Butto un occhio al contachilometri e mi accorgo anche di aver già fatto 200km senza praticamente quasi accorgermene. Riprendo il viaggio e a Venasca il numero dei motociclisti sulla strada aumenta in maniera esponenziale, segno che sto lasciando la pianura per salire in quota. A Casteldelfino l’aria inizia a essere frizzante. i 1500 metri sono il preludio alla grande salita. ma prima decido di fare benzina al distributore del paese. l’indicatore della benzina mi segna tre quarti di serbatoio ma mi sembra abbastanza strano, i km fatti dall’ultimo rabbocco, cioè alla partenza, sono 250. E conoscendo bene quanto la strommina consuma alle mie andature dovrei essere appena sotto alla metà. Sono indeciso se fermarmi ma i conti non mi tornano e inoltre difficilmente riuscirei a trovare un distributore prima di essere sceso a valle dal versante francese del Colle dell’Agnello. Decido per la sosta e infatti il rabbocco e di ben metà serbatoio. Meno male che mi sono fermato. Approfitto per chiedere al benzinaio se vado bene per il Colle, visto che il navigatori oggi confonde la destra con la sinistra. Tutto bene finora mi conferma ancora 10km a Pontechianale e poi inizia la salita vera e propria. Riparto con la giornata che si mantiene stupenda.

Pontechianale2

Pontechianale3

Un via vai unico di moto, e un continuo salutare. Alla fine della vallata la strada inizia a salire serpeggiando sulla montagna con pendenza decisa. E qui inizia lo spettacolo dei paesaggi, le alpi Cozie si estendendo imponenti. Le rocce nude a picco ai lati della strada. Ad ogni curva mi devo fermare per fare foto. Dopo circa trenta minuti mi rendo conto di aver fatto si e no quattro tornanti, forse 500metri. Di questo passo arrivo in cima al tramonto. Metto via la macchina fotografica e monto la videocamera sul casco, e riparto.

Si sale al colle

Ultimi alberi prima del balzo

In salita al colle tra le alpi Cozie

inizio salita colle dell Agnello-2

salita al colle dell Agnello

Un gruppo di caprette al pascolo si godono una passeggiata sulla strada bloccando il traffico. ne approfitto per fermarmi e contemplare il silenzio e il vento piuttosto forte ma non fastidioso. Sono in una specie di valle, a circa 2000 metri, simile al fondo di un canyon, alla mia sinistra una lunga parete rocciosa che si eleva dritta e imponente mentre alla mia sinistra la strada perfetta serpeggia su fino alla cima.

permesso

Alpi Cozie sulla strada per col dell Agnello

ultimi tornanti

siamo in alto ma alto

motociclisti e moto di ogni genere lassu

ci siamo quasi

gli ultimi tornanti e arrivo nel piccolo spiazzo sulla cima. 2744 metri. Spengo il motore e scendo un po’ infreddolito.

Cima del Colle dell Agnello 2744m

2744 la cima

Un ciclista mi saluta sorridendo nel vedermi fregare le mani per scaldarmi. Scommetto che a salire fin qua In bici non si sente il freddo gli dico, scherzando. E’ l’unico vantaggio che si ha mi dice ridendo. Non posso che fargli i complimenti. Da qui è passato anche il giro d’Italia alcune volte e mi ricordo che è sempre stata una delle tappe più dure. Tra una foto e l’altra scopro che conosce molto bene le alpi qui nei d’intorni, e volentieri mi indica nomi, altezze, passi e colli che ci circondano. Meglio di una guida turistica. Lo ringrazio, ci fosse stato un baretto gli avrei offerto un caffe per ricambiare la cortesia. prima di ripartire gli chiedo lumi sui tempi e i km che ho ancora da fare. Sono le ormai le 4, in teoria non sono neanche a metà dell’itinerario, e devo rientrare a casa entro oggi, anche se l’oggi per me termina a mezzanotte, non vorrei aver messo troppi km sul navigatore. In effetti mi spiega che per arrivare a Briancon in Francia, passando anche il colle dell’Izoard, mi ci vuole ancora un’oretta buona. Briancon, nel mio itinerario segna la metà del viaggio, i restanti km sono per tornare indietro. Mi rassegno, a Briancon non faccio in tempo ad arrivare. L’idea però di scendere dalla stessa strada fatta a salire non mi stuzzica per niente. Il ciclista mi mostra sulla sua cartina che una volta sceso dal Colle dell’agnello dal versante francese, e giunto a Ville Vieille posso svoltare a sinistra e prendere la D902 per Guillestre e da li salire sul col di Vars e ridiscendere sulla D900 che rientra in Italia dal Colle della Maddalena. Questo mi taglia circa 100km dall’itinerario di partenza, non molto, ma mi evita di fare la stessa strada appena fatta, inoltre c’è anche il Col di Vars su cui non sono mai salito. Approvo, stringo la mano, saluto e salgo in sella. La discesa dal versante francese con il sole basso è spettacolare anche se i paesaggi sono meno selvaggi e rocciosi.

Alpi Cozie-2

strada per col dell Agnello

salita.al.colle.dell.Agnello3

Mi fermo in riva al fiume proprio ai piedi del Colle non appena vedo un minuscolo gabbiotto di legno con la scritta Sandwich, purtroppo è chiuso ma la scritta mi ha risvegliato un po’ di appetito. Riparto ma pochi km dopo passando nel piccolo paese di Fontgillarde trovo una piccola osteria. Mi godo un caffe e un panino un po’ di fretta, incomincia a farsi tardi e ancora non sono a metà dell’itinerario. Rinuncio controvoglia a tirare fuori la macchina fotografia per immortalare alcuni scorci di questo meraviglioso paesino con la sua bella meridiana dipinta sulla facciata di una casa davanti alla chiesetta in pietra. Riparto con lo stomaco a posto e un’andatura un po’ più sostenuta. Arrivo a Ville Vieille al bivio indicatomi e in un attimo, complici le ottime strade provinciali francesi sono a Guillerme e quasi senza accorgermene ai piedi del Colle di Vars. Il sole è ormai tramontato e la temperatura è scesa. Una breve sosta a mettere uno strato antivento sotto la giacca e poi riparto passando il Colle che nonostante l’ora è ancora bello trafficato di impavidi motociclisti. Il Colle non è spettacolare come l’Agnello ma la strada è sempre piacevole. In un attimo sono in cima al Colle della Maddalena. Il lago della Maddalena mi obbliga a una veloce sosta per una foto. Al bar del colle ci sono ancora motociclisti, non fosse cosi tardi e non avessi ancora diversi km da fare mi firmerei.

Cima del Colle della Maddalena 

Ai piedi del colle, butto un occhio ai km e mi accorgo che l’indicatore digitale del livello benzina mi segna ancora il serbatoio pieno. Cosa impossibile dopo i km fatti dall’ultimo rifornimento circa 100km prima. Apro il tappo e infatti non è pieno, ormai il sospetto che l’indicatore non funzioni a dovere inizia a farsi largo, fino a diventare realtà all’imbocco del tunnel di tenda, dopo aver percorso altri 95 km passando da Vinadio, Demonte e Borgo San Dalmazzo. 195km e mi segna ancora serbatoio pieno. Magari!!! Mentre sono in coda all’imbocco del tunnel ad aspettare il verde apro il serbatoio e faccio due calcoli per capire se mi conviene aspettare di essere in Francia per fare benzina (a 30 centesimi in meno) oppure meglio non rischiare di trovare benzinai chiusi data l’ora. Mentre mi inerpico su calcoli logaritmici e parabolici cercando di scuotere la moto per vedere se caso mai l’indicatore si fosse bloccato, un motociclista francese si mette in coda accanto a me. Mi guarda preoccupato chiedendomi se c’è qualche problema, gli spiego e subito si offre di darmi un po’ di benzina. No, no grazie sono a posto fino al prossimo benzinaio. Insiste, gli devo far vedere dentro il serbatoio perché’ si convinca. Facciamo due chiacchere per poi appena scattato il verde insiste per starmi dietro fino al prossimo benzinaio nel caso, mi dice, non riuscissi ad arrivarci. Dopo una 40km di km mi fermo al primo benzinaio, è ormai quasi buio, ringrazio e saluto la mia improvvisata scorta e faccio il pieno maledicendo l’indicatore, pensando al casino da fare per smontarlo. Inizia a fare anche piuttosto freddo, faccio fatica a tirare fuori la carta di credito, ho le mani congelate ma fortunatamente, penso, ho ancora un centinaio di km da fare prima di dover spegnere il motore fino al prossimo anno e anche se sono pochi e quasi tutti di autostrada me li godo come le curve lassù in cima al Colle dell’Agnello.