A spasso tra le Alpi Liguri tra Liguria e Piemonte

Mi ero quasi rassegnato a tornare in Inghilterra con solo duecento km fatto in un mese di soggiorno qui in Italia. La primavera si è fatta viva solo il sabato in cui sono andato al Monte Saccarello poi…solo freddo e pioggia. Invece questa domenica il tempo finalmente ci ha regalato una giornata di vero sole e calda al punto giusto. E io non mi sono lasciato pregare. Ma partiamo dall’inizio…

Appena alzato dal letto mi fiondo sul balcone con la solita domanda…sole o pioggia ?

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Sole, sole e ancora sole. Temperatura sui 20-22 gradi ed un leggero venticello. Insomma giornata perfetta per un giro con la Strommina. Itinerario già pronto da due settimane. Giusto il tempo di caricarlo sul GPS e di riempire il bauletto con qualche strato anti vento per giacca e pantaloni, non si mai che sui monti qualche temporale pazzerello non mi dia il benvenuto. Bottiglia d’acqua, frutta e uno spuntino, dato che l’itinerario prevede un bel valley-to-valley da est a ovest del ponente ligure, con passaggio in quota 🙂

Non sto’ più nella pelle, carico la strommina e mi accorgo che questa volta salgo in sella senza essere già in un bagno di sudore nonostante il sole e la temperatura. Che stia finalmente riacquistando i panni del mototurista serio e organizzato ? Purtroppo NO! Mi sono semplicemente dimenticato di mettermi la giacca, rimasta in casa! 🙂 Ok forse ho messo troppa frenesia. Torna su (4 piani a piedi) prendi la giacca scendi di nuovo e sali in moto…grondante.

Cominciamo bene!

Ore 9.45 Ultimo sguardo al mare e alla baia davanti a casa, la rivedrò stasera al rientro, e via su per la collina di Laigueglia e poi giù nella vallata di Andora. Al solito, imbocco la provinciale 13 che mi porta nell’entroterra e su fino a Testico. Le alpi liguri sono ancora innevate, il cielo si mantiene blue con qualche piccolo temporale in lontananza sulle vette più alte. Entro nella vallata Imperiese e proseguo su per la SP 13 fino al Colle San Bartolomeo. Lì in cima mi fermo per la prima sosta ad ammirare la vallata e la splendida cornice di Alpi liguri ancora imbiancate.

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Alpi liguri from Luca on Vimeo.

Ah starei qui immobile su questa piccola piazzuola di terra battuta ad ammirare questo spettacolo della natura per ore. Ma i km da fare e gli angoli da scoprire ancora tanti. Riparto lentamente con un occhio alla stradina che serpeggia giù nella valle ed uno alle maestose Alpi la in fondo, fino al bivio che si immette sulla Statale 28, la Strada Statale del Colle di Nava. Il traffico, su questo veloce tratto che collega il Piemonte alla Liguria, è intenso. La giornata domenicale di primo caldo quasi estivo sta attirando molti su per le montagne e altrettanti giù verso le spiagge. Moltissimi sono i motociclisti e nei pochi km fino al successivo bivio con la provinciale 3, i saluti si susseguono senza sosta.

Attraverso velocemente l’affollatissimo paesino di Pieve di Teco e svolto a sinistra sulla deserta provinciale 3, che di provinciale grazie al cielo ha ben poco, tanto che non vedo l’uscita e proseguo per qualche km sulla Statale. Strettissima, questa paradisiaca “road-to-heaven”, serpeggia su e giù nell’Alta Valle Arroscia. Appena mi si apre la vista sulla catena di Alpi alla mia destra ritrovo il Monte Saccarello, questa volta lo ammiro dal versante opposto, a nord.

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Proseguo e il primo paesino che attraverso è Cosio d’Arroscia.

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Cosio d’Arroscia e la valle d’Arroscia from Luca on Vimeo.

Intanto sulla cima del Monte Saccarello si mostrano minacciosi dei nuvoli neri che non promettono niente di buono. Speriamo non mi seguano a nord.

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Io intanto proseguo sulla stretta provinciale 3, e tra una curva e l’altra intravedo il paesino di Mendatica.

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Dalle case di Mendatica si vede l’intera valle Arroscia. Ma da qui si inizia a salire rapidamente sia in altezza che in direzione. L’aria adesso è frizzante. Il sole però splende ancora e il cielo è attraversato da simpatiche nuvole bianche che, spinte dal leggero vento in quota, mi accompagnano fino a Monesi, e Briga Alta.

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Intanto la provinciale 3 diventa provinciale 88 e poi provinciale 97, tutto in pochi km e senza neppure che me accorga. sono strade tanto strette e poco frequentate che in alcuni punti l’asfalto, anche complice l’inverno, si fa fatica a distinguere. Sono veramente solo quassù non ce anima viva in giro. Che meraviglia!

Passato il paesino di Briga Alta, sconfino in Piemonte. Sono a quoto 1600 abbondanti e inizio a pensare a quello a cui non avevo pensato fino a quel momento. Ma la strada sarà aperta ? Da qui si sale e poi si scende nella Alta Valle Tanaro verso i paesi di Upega e Viozene solo per questa provinciale 97. A giudicare dal traffico inesistente che ho incontrato da Mendatica a qui preferisco non cercare risposte alla mia domanda nella mia testa ma semplicemente proseguire, complice soprattutto lo spettacolo della natura attorno a me.

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Riprendo a salire ma mi fermerei ogni minuto. Ed ogni tanto devo proprio fermarmi, spegnere il motore e sedermi a bordo strada gambe penzoloni a strapiombo sulla valle riempiendo gli occhi di colori, sfumature e le orecchie di silenzi trasportati dal vento, così,  semplicemente e istintivamente, a cervello spento e cuore aperto.

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Ma è tempo di ripartire, non sono neanche a metà dell’itinerario e le curve da affrontare ancora molte. Giungo in cima al versante che separa la valle d’Arroscia da quella del Tanaro, finora nessuna indicazioni di strada chiusa o inagibile ma anche nessun mezzo incontrato da ormai una ventina di km di salita. Ancora qualche curva e sono di là nell’Alta Valle del Tanaro. Poi ecco spuntare da dietro la parete di roccia un coppia di motociclisti. La strada è aperta. Anche se a giudicare dalla neve ai lati deve essere stata aperta da pochi giorni. Che meraviglia e che fortuna!

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La discesa nella valle fino al Parco dell’Alta valle del Tanaro e stupenda. La neve bianchissima, il verde dei fitti boschi di abeti e larici, e il sole che si ritaglia piccoli spazi tra le scure ombre degli alberi, creano un atmosfera da sogno. L’aria è pungente passati i 1600m di quota, devo chiudere le prese d’aria della giacca e dei pantaloni, e avverto la tentazione del sotto casco chiuso nella borsa serbatoio ma non voglio assolutamente fermarmi e interrompere il piacere di guidare in questo luogo su questa strada strettissima che scende tortuosa. Quasi a fondo valle incontro qualche macchina che timidamente viene in su. Io invece giungo in fondo con la voglia di risalire in cima e ridiscendere ancora una volta come un bambino sulla giostra. Ma la provinciale 154 è li ad attendermi. Sono in Piemonte.

Passo velocemente il paesino di Upega e giungo a Viozene.

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A Viozene decido per uno spuntino. E’ passata l’una e complice anche l’aria fresca di montagna mi è venuto un certo languorino. Cerco un posticino dove mettere le gambe sotto un tavolo o anche semplicemente un tavolino ma senza accorgermene mi ritrovo fuori Viozene e sulla strada per Ormea. Pazienza, l’appetito aspetterà ancora qualche km, ma ad un tratto alzo lo sguardo e mi ritrovo il maestoso Monte Mongioie di fronte. I suoi 2630 metri di roccia sono una vista che nessun ristorante sulla strada potrà regalarmi. Mi fermo proprio sotto di lui e nel prato a ridosso di un tornante, su un improvvisata panchina e un tavolo in pietra, tiro fuori il mio veloce spuntino.

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Monte Mongioie from Luca on Vimeo.

Sistemato lo stomaco, saluto il Mongioie e la catena del Marguareis e riprendo la strada sulla provinciale 154 che costeggia il fiume Tanaro fino a Ponti di Nava.

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Proseguo sulla statale 28 passando velocemente Ormea e a Garessio decido di inerpicarmi su e giù per la provinciale 51 verso Isolagrande e Murialdo. Ma ad un tratto mi fermo davanti ad un cartello che recita “strada chiusa per ghiaccio”. A guardarla da lontano la strada non ispira niente di buono anche se con quindici gradi circa di temperatura mi sento tranquillo che di ghiaccio o neve non ne incontrerò. Mi faccio coraggio e imbocco la strada che mi porterà fino a Murialdo.

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Una delle peggiori strade fatte fino ad ora. Ovviamente niente ghiaccio ma “solo” i danni causati da quest’ultimo per tutto l’inverno. Dieci km di buche enormi nell’asfalto(?) e alberi abbattuti. Uno zig zag continuo con un occhio attento a non picchiare il casco contro qualche arbusto. Ma alla fine giungo anche a Borda e Cabroni e svolto a destra sulla provinciale 16. Poche curve e sono sul lago di Osiglia e la sua diga.

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Costeggio tutto il lago sulla sponda est poi scendo sempre più a sud fino al paese di Osiglia. Da qui salgo su per il crinale che separa la valle di Osiglia dalla valle Bormida di Pallare.

Da lassù dominano le gigantesche pale di un parco eolico. Sosto proprio sotto ad una delle tre per un più che doveroso pensiero sul monumento ai partigiani caduti durante la seconda guerra mondiale. Oggi è il 25 Aprile.

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Mi sto avvicinando ormai a casa. Svolto a destra e dal crinale scendo verso il colle del Melogno.

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Da qui invece che scendere sulla costa verso Finale Ligure, svolto a sinistra e inizio a salire seguendo la provinciale 490 passando attraverso spettacolari boschi di faggio fino a Calizzano.

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Ed è proprio a Calizzano che svolto sulla provinciale 52 che mi porterà all’ultima tappa ma non prima di aver passato Bardineto ed essere entrato nella Val Neva.

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Val Neva – Liguria from Luca on Vimeo.

Un paio di tornanti giù nella valle ed ecco il Castello dei Conti Clavesana sulla Rocca di Barbena, con il borgo di Castello di Rocca Barbena tutto attorno.

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Le ombre iniziano ad allungarsi e tra poco la giornata e le curve da affrontare termineranno. Scendo nella vallata di Albenga e a Cisano prendo l’Aurelia bis fino ad Alassio dove ritrovo il mare lasciato questa mattina. Un solo ultimo piccolo sforzo prima di arrivare a casa, allungo di un paio di km a salutare i miei genitori in campagna. E scattare un ultima foto panoramica di Laigueglia prima di ritornare, tra pochi giorni, in Inghilterra.

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220 km di puro divertimento, come sempre grazie a lei, la piccola Strommina. Ora 30 giorni per fare entrambi il pieno di energie prima della lunga avventura in Turchia, Siria e Giordania.

 

Liguria - Valley to valley

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Verso il Mar Rosso 2010 – Visti

Eccoli qui!

Siria – più ingressi                                Giordania

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Ringrazio pubblicamente l’agenzia Intelservizi di Roma. Veramente professionali e veloci in dieci giorni mi hanno rispedito il passaporto con i visti.

Per richiedere il visto turistico per più ingressi per la Siria sono necessarie 2 foto tessera, il modulo compilato e firmato, passaporto con almeno sei mesi di validità residua. Costo 23,00 Euro + 3,10 euro di commissioni bancarie.

Per richiedere il visto turistico singolo ingresso per la Giordania sono necessarie 2 foto tessera, passaporto con almeno sei mesi di validità residua. Non ho compilato nessun modulo a questo ha pensato direttamente l’agenzia. Costo 31,50 euro + 3,10 euro di commissioni bancarie.

Se volete maggiori informazioni vi consiglio una visita al sito www.intelservizi.it

Questo era il tassello più importante da mettere. Adesso posso passare a definire meglio l’itinerario e il road book. Ora in Siria e Giordania ho il permesso per entrare!

L’euforia e l’agitazione sono in aumento….il viaggio è ufficialmente iniziato… 🙂

Monte Saccarello, il tetto della Liguria

Finalmente! Un po’ ancora fatico a crederci. E’ da ottobre dello scorso anno che non salgo in sella. Io in Inghilterra e la moto in garage in Italia. Ma forse è stato meglio così. Mentre ero nel regno di sua Maestà la Regina, sommerso da neve e pioggia, mi erano giunte notizie sull’inverno qui in Italia che non mi avevano per niente fatto desiderare di rivedere il mare e le spiagge. Come si suol dire… ad ognuno il suo inverno. Ormai se si vuole un po’ di caldo o semplicemente vedere il sole bisogna, da ottobre fino a Maggio, scendere ben al di sotto del sud Europa.

Visto l’andazzo della settimana precedente, un giorno di primavera e due di inverno, non mi sono programmato niente per questo sabato. Il primo giretto serio in moto da ottobre non doveva essere rovinato dal maltempo. Non lo avrei sopportato. Così… niente meta, niente itinerario, niente di niente. Aspetto sabato mattina e se il tempo si ricorda che il calendario segna già 10 Aprile, allora decido dove, come, e quando. Tutto al momento.

Come ogni sera, mi siedo sul balcone e chiedo lumi alla luna.

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Lei c’è, bella sorridente, vestita da serata primaverile, accompagnata da milioni di stelle nonostante l’aria frizzante. La guardo riflessa sul mare calmo e subito capisco che cosa mi vuol dire. La ringrazio, Avidamente prendo ancora una boccata d’aria e senza chiedere altro mi infilo nel letto tranquillo.

Riapro gli occhi e guardo il soffitto. Attendo un attimo di capire se ho dormito bene e abbastanza prima di saltare giù. Beh..direi proprio di si! Guardo l’orologio 9.30 !! Per bacco la luna ieri seri mi deve aver proprio incantato. Esco sul balcone e…

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Anche la temperatura è primaverile. Allora non rimane che partire!

Senza strafare, butto giù un veloce itinerario su MapSource. Meta…il monte Saccarello. La cima più alta della Liguria. Con i suoi 2200 metri è punto di confine amministrativo tra le provincie di Imperia (Liguria) e Cuneo (Piemonte) e confine di stato tra Italia e Francia. Di sicuro sarà ancora chiuso. Raggiungerlo da Monesi o dal Col di Tenda, neanche a parlarne specialmente sulle strade del genio militare. Troppo presto e troppo brutto il tempo fino a pochi giorni fa. Pazienza sarà per una prossima volta. Ma uno sguardo alla sua vetta ancora innevata dal piccolo paesino di Realdo ai suoi piedi merita sicuramente in questa meravigliosa giornata. E per unire l’utile al dilettevole preparo un po’ di attrezzatura e abbigliamento che tra meno di due mesi mi porterò dietro nel viaggio in Turchia, Siria e Giordania. Un buon banco di prova anche per capire cosa va, cosa non va e cosa manca. Ore 10.15, vestito con giacca e pantaloni finisco di caricare la piccola strommina ma mi accorgo che sto letteralmente grondando sudore. Ho esagerato con gli strati. Oggi è proprio primavera. venti gradi abbondanti mi costringono (meno male) a salire velocemente in casa e rimettere il secondo strato anti vento nel bauletto. Iniziamo bene.

Infilo la chiave nel cruscotto e la piccola Strommina sembra quasi dire “Grazie!”. O forse, meno romanticamente, “Era ora!”.  Guardo per attimo il mare davanti casa. Blue cristallo. Poi decido di non scendere sulla costa e prendo la strada che sale sulla collina di Laigueglia e poi giù nella vallata dietro ad Andora. Pochi km e sento di fare fatica a tenere la strommina. Lei vorrebbe correre e correre, io con solo 1200km fatti ad ottobre non posso assecondarla più di tanto. Il feeling è ancora troppo acerbo, abbiamo bisogno entrambi di curve e km. Per un attimo penso al viaggio che ci aspetta a Giugno verso il Mar Rosso…9000km. Lei non avrà di sicuro alcun problema…ma io ? Ricaccio indietro i timori prima che possano diventare anche solo accenni di ripensamento. Sosta benzina. Poi via verso San Bartolomeo. La strada è libera. Sono tutti sulle spiagge o sul lungomare. Il cielo è limpidissimo, di un blue intenso. Mimose e peschi in fiore si alternano a fasce di uliveti punteggiando di giallo e rosa tutta la provinciale 13 fino su a Testico. La giornata si mantiene tra lo stratosferico e il sublime. Io, la Strommina, una strada tutta curva in mezzo a vallate e colline. Sintonia e sinfonia celestiale. Adesso ritrovo anche il giusto feeling con la piccola. Le curve lente e tortuose aiutano, anche se mi fermerei ogni cento metri per fare foto o semplicemente per ascoltare il silenzio trasportato dal vento. Uno sguardo In fondo alla valle e vedo i piccoli sonnecchianti paesini di Aurigo e Poggialto placidamente distesi sulle proprie collinette. Verso nord est lancio lo sguardo oltre la vallata dove si stagliano le alpi liguri ancora innevate.

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Proseguo la salita fino a Guardiabella Casoni. Quattro curve e sono già a 804 metri. Là, in fondo alla vallata, sulla costa, Imperia e il mare. Tutto in pochi km. Meraviglia della Liguria.

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Sosta foto, saluto ad un paio di motociclisti e poi via verso San Bernardo di Conio. Appena arrivo al bivio però, la sorpresa…

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La provinciale 19 e ancora chiusa. l’inverno così lungo ha veramente scombinato un po’ tutto. Anche il mio veloce itinerario in MapSource. Per raggiungere Molini di Triora ripiego sulla provinciale 24.

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Giù fino a Montalto Ligure. Dove placo momentaneamente la mia golosità di antichi borghi. Qui, in questo paesino di poco più di 300 anime, dal XI secolo in avanti, si susseguirono diverse occupazioni, dai francesi di Napoleone, ai nazisti dell’ultima guerra mondiale. Sotto il monumento ai caduti in guerra di questo antico e suggestivo paese mi siedo sulla panchina ad ammirare il panorama della vallata sottostante. Borghi piccoli ma di gente di grande forza e coraggio, penso.

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Veloce spuntino e risalgo in sella. Proseguo sulla SP24 fino all’incrocio con la provinciale 548 che scende sinuosa verso il mare fino ad Arma di Taggia. Io svolto a sinistra e salgo su verso San Giovanni della Valle, Agaggio, Rocca di Andagna. Passo velocemente Molini di Triora e Triora. Imbocco la provinciale 81 e inizio a serpeggiare su per la vallata che segue il sinuoso corso del torrente Argentina. Dietro una curva appare il piccolo e poetico paesello di Creppo avvinghiato ad una rupe.

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Un occhiata alla sua destra ed eccoli li…il Monte Saccarello nella sua armoniosa figura che domina la scena e da cui l’intera valle nasce. La più alta cima della Liguria è ancora innevata dalla fresca neve scesa solo una settimana prima. La vista spazio libera su ogni cima. Mi fermo al bordo strada ad ammirare estasiato. Due, tre, cinque, dieci minuti. Non passa una macchina. Sono da solo. Il silenzio della natura è rigenerante.

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Salgo in sella e riparto andandogli incontro. Un paio di curve e appare Realdo. In bilico, aggrappato su di un precipizio come un nido di aquila che domina e vigila l’intera valle.

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Seguo ancora la strada fino a giungere proprio ai piedi del Monte Saccarello. Sento un rivolo d’acqua saltellare giù dalle rocce prima di gettarsi nell’Argentina. Mi tolgo casco e giacca e mi rinfresco con la pura e gelida acqua che un attimo prima era lassù sul monte, bianca e candida.

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Poi percorro le ultime curve fino al piccolo piazzale ai piedi di Realdo. Da li si sale al paese solo percorrendo un lungo sentiero di pietre. All’osteria mi rifocillo, godendomi il sole e continuando ad alternare lo sguardo verso sud, nella vallata, e verso nord, con il naso all’insù ammirando il Monte Saccarello, che come un gigante buono con il cappello imbiancato, sembra tenere tutti affettuosamente ai suoi piedi.

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Meta raggiunta. Ma se ho saziato lo stomaco con pane e formaggio freschi ancora non sono sazio di moto, curve e vallate. Guardo l’ora, le 14.30 e sono a pochi km dal confine con la Francia. Abbastanza vicino a casa come km ma non come tempo di percorrenza. Mi balena in mente l’idea Dolceacqua. il Paese è ad una 30 di km e la strada più veloce per arrivare a casa e quella sulla costa. quindi…Riparto e torno indietro sulla stessa strada fino a Triora per poi prendere la provinciale 65. Lascio Triora alla mia destra

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e scollino di valle in valle

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Ad Isolabona mi rendo conto che ho sottostimato il tempo necessario ad arrivare a Dolceacqua e quando entro in paese sono le 16.30. Decido di non fermarmi anche complice un po’ di stanchezza. 140 km di sole curve e tornanti iniziano a farsi sentire. In fondo è il primo giro in moto della stagione. Tra l’altro questa piccola deviazione mi ha portato ancora più lontano da casa. Sono praticamente al confine con la Francia. Imposto il GPS e mi butto dentro a Ventimiglia. Decido di seguire la strada Aurelia per tutta la costa fino a casa. 60km ma a Sanremo desisto. Troppo traffico. Incolonnato ad un semaforo noto il cartello per l’autostrada A10. Non ci penso su due volte. E alle 18.30 entro in garage.

200 km di puro divertimento. La strommina già scalpita per sabato prossimo…e il pilota anche 🙂

Al Monte Saccarello Garmin Track (Aggiungere al file scaricato l’estensione .gdb)

 


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Monte.Saccarello.Itinerario

Monte.Saccarello.Profilo

Il video del giro. (Purtroppo nella parte superiore del video è rimasta la data/ora ecc. Dalla foga di provare una bullet camera non ho pensato a disattivare le scritte a schermo, e tanto meno ad impostare la data e l’ora corretta – 10/04/2010)

Al Monte Saccarello in moto – Il tetto della Liguria from Luca on Vimeo.