Osiglia e il Colle del Melogno dal mare alle nuvole

La primavera quest’anno sembra proprio aver deciso di mancare il mese di Aprile. La temperatura non si schioda dai 14-15 gradi e il sole… non pervenuto.

Sono ormai arrivato da alcune settimane qui in Italia e ancora non sono riuscito a fare un giro in moto come si deve. Le vette oltre i 1600 sono ancora off limit, imbiancate di neve fresca praticamente ogni notte. Sotto quota 1600 invece pioggia continua.

La strommina scalpita in garage e io non resisto più. Anche per il fatto che sono si, qui in Italia, ma non in ferie e vedere questo tempo ogni fine settimana mi fa venire una rabbia.

Al diavolo! Oggi è nuvoloso qui sul mare. Dal balcone di casa scruto il mare e le colline alle spalle. I temporali sono tutti li dietro, girano come avvoltoi pronti a riversare velocemente litri d’acqua per poi fuggire altrettanto rapidamente. Non mi importa. Non ho nessuna intenzione di restare a casa un altro weekend per colpa del tempo. Al solito grido “Adesso o mai più” riempio il bauletto, questa volta mi infilo subito un secondo strato antivento e antipioggia sotto la giacca e mi prendo anche il terzo strato termico non si sa mai che si scenda sotto i 10 gradi (decisione benedetta dall’alto).

Punto subito verso Garessio e il colle del San Bernardo, la prima meta è il lago di Osiglia che vorrei raggiungere percorrendo la Statale 28 da Garessio a Bagnasco e poi la Provinciale 490 fino a Caragna se non fosse che in preda alla foga da “nuvole maledette non seguitemi” sbaglio e punto verso il colle di Nava, fortuna che me accorgo “quasi” subito e dopo un 30 minuti registro la bussola e accendo il GPS. “N’do siamo?” dice il Tom. Ottimo adesso è tutto a posto.

Chiesetta che spunta tra la vegetazione nella salita verso il Colle San Bernardo.

Chiesetta tra la vegetazione

Panoramica dal Colle del San Bernardo

La.vista.dal.Colle.San.Bernardo

Tiro dritto Garessio, Mursecco, Priola. La strada è splendida e il tempo regge con un timido sole. A Massimino e Muraglia la temperatura scende bruscamente, non mi fermo. Cosi come le nuvole, grigie e minacciose che iniziano a farmi compagnia da Murialdo. Arrivo al lago di Osiglia che sono quasi quasi un ghiacciolo. davanti alla diga, sul tavolino e le panchine in legno mi mangio un panino in tranquillità scaldandomi con lo strato termico della giacca, adesso in full-winter mode. C’è poca gente in giro sia sul lago che sulla strada che lo costeggia. Il tempo è veramente orrendo. Eppure regge anche se non so per quanta strada ancora e soprattutto non so proprio cosa mi attenda lassù, mi viene da pensare guardando le montagne davanti a me che devo oltrepassare.

Uno spuntino sulla diga del Lago di Osiglia

Diga sul lago di Osiglia

Con la pancia piena riparto e inizio la salita sul crinale che separa dalla valle Bormida. A metà salita inizia a piovere e la temperatura a scendere sui 6-7 gradi. Cambio i guanti da estivi a invernali, ma troppo tardi e le mani mi rimangono gelate. I pantaloni sono estivi anche se abbastanza protettivi ma la temperatura è rigida. Mi stringo alla strommina dietro al suo cupolino. Non incontro nessuno sulla strada con questo tempo da lupi. In cima al crinale la pala eolica gira spedita. Il vento e teso anche se fortunatamente non forte. Cautamente ridiscendo dal versante opposto verso il Colle del Melogno. Non appena arrivo all’incrocio con la Provinciale 490 la pioggia smette ma il cielo si abbassa. Si, si abbassa proprio.

All’incrocio con la SP490 il mare là in fondo alla mia sinistra.

Piedi.sul.Colle.del.Melogno.e.testa.nel.temporale

Io invece vado a destra, e salgo lentamente tra le nuvole fino al Melogno

Colle.del.Melogno.tra.le.nuvole

Le nuvole sono talmente basse che riducono la visibilità a 4-5 metri al massimo. Una situazione che non mi era mai capitata di affrontare in moto. All’incrocio mi fermo e per un attimo guardo alla mia sinistra la 490 filare dritta giù verso il mare di Finale Ligure, le nuvole non riescono a raggiungere la strada che scende in picchiata. Mi volto alla mia destra dove invece il muro di nuvole mi nasconde completamente la stessa 490 che sale su verso il Melogno. Non ho nemmeno un attimo di tentennamento, allento le briglie al desiderio di avventura e mi faccio inghiottire dalle nubi e dalla pioggia fine. Quasi a passo d’uomo, per evitare possibili collisioni con qualche veicolo che possa sbucare all’improvviso davanti a me nel senso opposto, arrivo curva dopo curva all’ingresso del fortino militare del Melogno. Entro e parcheggio nello spiazzo. Sento delle voci e il rombare di motori a una ventina di metri da me ma la foschia è cosi fitta che non vedo proprio da dove arrivano. Poi vedo le luci dei fari passarmi a fianco e salutarmi. Sono dei motociclisti! E chi altri potevano essere quassù con questo tempo.

Ci sono altri impavidi motociclisti…ma trovarli in mezzo a queste nuvole!

Colle.del.Melogno.piazzetta.centrale.visibilita.limitata

Il fortino del Melogno e il suo ingresso si intravedono quanto basta per non sbatterci il naso.

Colle.del.Melogno.il.forte.centrale.avvolto.nelle.nubi 

Discesa dal Melogno tra boschi di faggi e nuvole fino a Calizzano

Discesa.dal.Colle.del.Melogno.tra.faggi.e.nubi

Riparto e scendo nei boschi di faggi verso Calizzano. Le nuvole rimangono più alte e raggiungo infreddolito anche Bardineto. Mi butto nella vallate di Albenga dove ad attendermi ritrovo il sole e una temperatura sui 18 gradi. Me la godo tutta.

Vallata.di.Albenga.giu.verso.il.mare

Vallata.di.Albenga

L’ultimo tratto è uno dei miei preferiti. Monto la telecamera sul casco e mi lancio su una strada totalmente deserta che scende da Castelvecchio di Rocca Barbena a Zuccarello. Strada senza muretti e protezioni, stretta, dall’asfalto perfetto che domina l’intera vallata con una scenografia da urlo.

Solo ad Alassio mi accorgo che la giacca è ancora in full-winter mode. I tre strati, di cui uno termico, si fanno sentire eccome qui sulla costa tanto che arrivo a casa bagnato fradicio come avevo sospettato… ma di sudore. Sorriso


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