A quick ride from Liguria to Midi-PireneiTra valli e tornanti dalla Liguria ai Midi-Pirenei

Il report dei primi tre giorni trascorsi a spasso con la nuova Strommina, tra Italia e Francia a metà di Ottobre 2009.

Contro voglia ritardo di un giorno la partenza. Il desiderio di salire in sella alla strommina è grande ma all’ultimo istante l’impazienza inaspettatamente si scontra con la stanchezza. Non me ne rendo subito conto. Sono appena entrato in casa, poso le valigie e come sempre faccio ogni qual volta rientro in Italia, apro le finestre del salotto e mi siedo sul balcone per alcuni minuti a respirare e contemplare il mare davanti a casa. Si, sento la stanchezza del viaggio in aereo, ma non posso ancora andare a letto, non prima di aver impresso nella mente per l’ennesima volta le luci soffuse di Laigueglia e Alassio che si riflettono in un mare calmo e scuro come la notte che le avvolge.

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La luna appena sopra il mare sembra guardarmi e rassicurarmi. Non fa per niente freddo nonostante sia già la metà di ottobre.

Laigueglia baciata dalla luna

Prendo il suo sorriso luminoso come un buon auspicio di tempo sereno per i giorni seguenti e mi corico stanco ma tranquillo. La giornata dopo però non comincia per niente bene. Mi siedo sul letto e guardo l’orologio. Le 7 in punto ma mi sembra siano le 2 di notte tanto sono affaticato. La testa è pesante e non mi sento affatto bene. Penso che sia ancora colpa del volo dall’Inghilterra all’Italia o forse il mese precedente di lavoro pieno di stress e pressione o forse ancora, e molto più probabilmente, entrambe le cose. Capisco che in queste condizioni non posso neanche tirare fuori la piccola dal garage. Inutile arrabbiarsi. Devo prima ricaricare le batterie e rimettere il corpo in sintonia con la mente, che se avesse braccia e gambe sue sarebbe già in viaggio…con o senza il resto attaccato. Esco sul balcone e mi lascio accarezzare dai raggi caldi del sole lasciando lo sguardo spaziare ovunque in questa incredibile giornata autunnale.

Laigueglia e Alassio

Il campanile della chiesa di San Matteo domina sul golfo e sullo sfondo Alassio

Sono passate ormai due ore e grazie anche ad una colazione rigeneratrice recupero un minimo di forze, non molto per la verità ma per lo meno quanto basta per passare dal letto al divano e poi dal divano al garage. Anche se il corpo non ne vuole proprio sapere. Non riesco a scrollarmi di dosso completamente la stanchezza. Ma devo almeno tentare di approfittarne e a fatica, prepararo la piccola. Monto il GPS e sistemo le borse sperando che per sera mi senta meglio e che l’indomani mattina possa finalmente partire per la Francia. Ma è proprio questa sera mentre apro la porta di casa che mi rendo conto che non sto proprio in piedi e inevitabilmente decido di rimandare. Questa volta un imprecazione ci scappa. Non voglio e non riesco a fare niente, mi butto a letto direttamente senza chiedere alcuna rassicurazioni alla luna la fuori.

Apro’ gli occhi e vedo alcuni raggi di sole farsi strada tra le tapparelle abbassate. Tiro un sospiro di sollievo, almeno è una altra bellissima giornata di sole. Mi alzo e mi sento subito rigenerato. La stanchezza ha finalmente deciso di lasciarmi. Sono le 8.30. Adesso è il corpo a voler quasi prevalere sulla mente che invece ponderatamente pensa che è troppo tardi per prepararsi e mettersi in viaggio adesso cosi su due piedi. Una veloce colazione mi fa ritornare l’entusiasmo, ormai ho la sensazione che il lungo digiuno da viaggi in moto stia per finire. Seduto mentre sorseggio un the e mentre guardo il mare la fuori immagino il momento e nonostante sia ancora un po’ assonnato dentro al mio pigiama mi sembra quasi di risentire quella inconfondibile sensazione di libertà e indipendenza che solo il viaggio in moto per le strade del mondo sa dare. Devo tenere a bada la frenesia. Ma poi lascio che tutto vada per conto suo. Corro dalla piccola giù in garage e dopo un mese e mezzo, ovvero da quando abbiamo fatto i pochi km insieme dal concessionario a casa, accendo il motore e la porto fuori a godere del sole di questa splendida giornata. Sento che è “su di giri” quanto me. Infilo poche cose nel bauletto e nella borsa serbatoio e salgo in sella. L’emozione è forte. troppi anni sono passati dall’ultima volta che ho sentito la stessa emozione. Chiudo il casco e parto senza sapere per dove. Non importa. Non mi importa. Voglio solo sentire il suo motore morbido rombare e sentirla delicatamente e armoniosamente affrontare curva dopo curva, voglio sentire di nuovo quell’armoniosa sintonia che nasce tra il pilota e la sua moto. Dopo alcune curve di pura emozione una luce lampeggiante sul cruscotto mi fa riprende il controllo della razionalità. La piccola ha sete, facciamo sosta al primo benzinaio. Poi riparto ma alla rotonda istintivamente prendo la strada per la vallata di Andora invece che quella per il lungomare e la via Aurelia. Poche curve, la strada e deserta ma il feeling tra noi due è ancora troppo acerbo. Non mi azzardo a chiedergli troppo per ora. Allo svincolo giro a destra per Stellanello e la strada inizia a salire sulla collina diventando sempre più stretta. Ci siamo. Uno, due, tre tornantini e siamo in un attimo sulla collina sopra la vallata di Andora.

La vallata di Andora

Chiesetta sulle alture di Andora

Vallata di Andora Andora e il mare su cui si affaccia all'orizzonte

Mi fermo per l’ennesima fotografia e mi accorgo di essere in maniche corte e jeans con scarpe leggere da barca vela. A guardarmi non ho proprio l’aria del motociclista, ma è solo perché’ si indossano abiti e non emozioni. Proseguo anche un po’ incoscientemente verso la cima della collina e passo San Fedele fino su al bivio che porta a Testico.

La strada per Testico sopra Alassio

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La strommina riposa all'ombra

La giornata e tiepida anche quassù e il sole continua a splendere. Proseguo fino al passo del Ginestro per vedere le vallate tra Alassio e Albenga.

vista dal passo del ginestro

La vallate tra Alassio e Albenga

L’aria diventa più pungente. ancora qualche curva, non c’è nessuno sulla strada. Apro un po’ l’acceleratore poi a malincuore decido di fare inversione. Scendo di nuovo a Testico ma questa volta al bivio tiro dritto e passo dalla Crocetta scendendo ad Alassio. la strada è un po’ più trafficata ma questo non mi impedisce di godere a pieno dei tornanti. Vedo il mare e l’isola Gallinara tra Alassio e Albenga, sono quasi a casa.

Alassio vista dalla Crocietta

Rimetto la piccola in garage e corro in casa a preparare i bagagli per domani. Avremo parecchi km da fare verso la prima tappa a Millau in Francia e tutto ora sembra perfetto. Io, la moto, e il tempo primaverile di un autunno un po’ pazzerello.

Finalmente il grande giorno è arrivato! sveglia alle 7 in punto, o quasi. Ma come sempre mi capita quando metto la sveglia mi alzo prima che questa possa emettere una sola nota. Mi fiondo subito sul balcone. L’aria e frizzante ma il cielo e di una limpidezza quasi irreale. Faccio colazione guardando l’alba cambiare i colori del cielo in continuazione come un pittore che dipinge la sua opera d’arte con tonalità via via sempre più vivaci.

L'alba che sta per arrivare

Non appena il rosso fuoco dell’alba colora gli ultimi sprazzi di oscurità della notte, intravedo all’orizzonte le montagne della Toscana. E immediatamente davanti a questo spettacolo della natura penso che la giornata non potrà che essere perfetta.

La toscana all'orizzonte

Aspetto che il protagonista principale di questo spettacolo faccia la sua comparsa trionfale in scena…

Ed ecco il protagonista principale di questo spettacolo

…e poi finisco di prepararmi. La piccola strommina mi aspetta scalpitante in garage. Ma io come al solito mi faccio attendere. Parto che sono ormai le 9 ma la giornata di sole sono sicuro mi accompagnerà fino a Millau. Subito mi sento un po’ impacciato nella mia tenuta nuova da motociclista serio ma presto mi ci abito. Imbocco l’autostrada A10 ad Andora e con poco traffico arrivo tranquillo al confine con la Francia. Passo velocemente il solito traffico all’altezza di Nizza, Cannes e Saint Tropez ma la piccola si fa condurre con agilità e classe. In un batter d’occhio sono a ‘Marsiglia mi fermo nella piazzola di sosta appena dopo il casello per fare un spuntino, E’ mezzogiorno e la temperatura è superiore ai 20 gradi tanto che devo togliermi la giacca invernale per evitare di sciogliermi. Si ferma una macchina a fianco alla mia moto e ne scendono una giovane coppia asiatica con due bambini piccoli. Il papà porta le figlioletta al bagno e la mamma fa passeggiare il piccolo che rimane subito rapito dalla strommina. Lo saluto mentre mi rivesto e mi regala un sorriso enorme mentre con due occhi grande guarda quel cavallo di ferro nero rombare via. Decido di fermarmi a fare benzina all’altezza di Salon de Provence anche se l’indicatore mi segnala poco meno della meta serbatoio. Almeno cosi non ci penso facendo una tirata dritta senza soste fino a Millau. Entro nell’area di servizio e mi metto in coda. Troppe macchine hanno evidentemente deciso per la mia stessa sosta carburante. Poco male. Il caldo però si fa sentire scendo dalla moto ma non ho voglio di svestirmi di nuovo. Mi cade l’occhio sulla macchina dalla parte opposta della pompa di benzina in cui sono in coda e vedo un bambino da dietro al vetro salutarmi. E il piccolo di prima, e mi regala un altro stupendo sorriso. Chissà se anche loro stanno andando a Millau. Intanto inizio a grondare sudore sotto la giacca nonostante abbia solo una magliettina di cotone. Preferisco ripartire vorrà dire che mi fermerò più avanti. Dopo pochi km l’aria diventa improvvisamente più fresca e inizio a sentire più turbolenze. Vedo le punte delle file di cipressi ai lati dell’autostrada piegarsi quasi a novanta gradi sotto le forti raffiche di vento. La piccola per ora resiste bene e sfreccia veloce ma l’intensità del vento aumenta sempre di più. Inizio a preoccuparmi. All’altezza di Saint Martin de Crau il vento è fortissimo. La piccola e io fatichiamo a mantenere la corsia. Anche a velocità sostenuta. Mai prima d’ora avevo trovato un vento cosi forte in moto e pensare che sono nato in posto piuttosto ventoso! Ma questo è veramente forte. L’autostrada è quasi deserta i TIR sono quasi tutti parcheggiati nelle aeree di sosta. Un trio di motociclisti mi sorpassa salutandomi, la cosa mi risolleva il morale. Non sono il solo matto a percorrere questa autostrada con raffiche di vento a quasi cento all’ora! Ma presto mi rendo conto che non basta. Sono solo a meta strada e questo vento mi costringe a fare una fatica incredibile piegato come se fossi in curva su tratti completamente dritti. Cosi non si può andare diventa troppo pericoloso. Per alcuni km mi metto dietro ad un camion che mi ripara dalle raffiche frontali ma poi cedo alla prudenza grazie al cielo ed esco a Arles. Ne approfitto per fare benzina e aspettare un oretta sperando che la situazione migliori. Faccio 20 euro di benzina ma incredibilmente ne spargo un buon litro per terra per colpa di questo dannato vento. Riparto ma dopo pochi km abbandono nuovamente l’autostrada. Pazzesco! Decido allora di provare a fare le strade interne spostandomi dalla costa e dirigendomi verso nord. Attraverso Nimes e punto verso Ales. Giunto nella città capisco che non c’è modo di arrivare a Milau.per oggi in queste condizioni e troppo rischioso. Ales è un buon compromesso, è a circa 60km da Florac, una delle tappe che mi ero prefissato per il giorno successivo insieme al parco del Cevennes.

Ales...Brava la piccola

Ma il vento non sembra proprio mollare neanche andando verso nord. Alle 17 trovo un hotel Etap a Saint Christol les Ales pochi km a sud di Ales. Pulito, semplice e a buon prezzo con parcheggio privato per moto. L’itinerario e definitivamente cambiato domani e si vedrà.

Dormito male. Appena mi alzo spalanco la finestra. Un freddo pungente e ancora vento…mi sembra diminuito ma purtroppo e solo un impressione. Mi rimetto in sella e alle 9 parto per il parco nazionale del Cevennes. Salgo da Saint Jean du Gard passando per Gabriac e Le Pompidou. Il vento è fortissimo e freddissimo ma il cielo è limpidissimo e lo spettacolo che offre le “Corniche de Cevennes” è impagabile.

Parco Nazionale del Cervennes

Non c’è nessuno sulla strada che sale. Solo panorami che si aprono su vallate da lasciare senza fiato.

Strada verso Pompidou parco de Cavennes

Pascoli sulla strada verso Florac

Curva dopo curva arrivo a Florac. Il freddo è intenso e per colpa di questo vento forte e gelido ci saranno si e no 8 gradi. I nuovi guanti invernali non mi proteggono abbastanza a questa  temperatura. ho le dita delle mani quasi congelate. Mi fermo nel parcheggio di fronte al Castello e mi devo anche infilare una felpa sotto la giacca. La moto sul cavalletto ondeggia sotto le raffiche di un vento che non vuole dare tregua neanche quassù. Incomincia a risentirne anche il mio morale soprattutto pensando alle tappe da Millau a Carcassonne e Rennes le Château con questo dannato tempo. Bevo qualcosa di caldo e riparto da Florac facendo il giro alto passando da Ispagnac verso Saint Enemie. Imposto il GPS e dopo avermi fatto fare un inutile giro per la citta’ decide di portarmi finalmente fuori.

Il Castello di Florac

La strada diventa stradina mentre sale ripida. Troppo ripida e troppo stradina. Ho il presentimento che il GPS mi abbia fatto fare la strada più veloce. Appena arrivo in cima guardo la cartina e capisco di essere sulla stradina che porta a Valbelle e giù nella vallata dopo fino a Montbrun. si sale rapidamente e prego di non incontrare macchine che vengono in giù perché’ lo spazio è talmente stretto che una macchina e una moto in alcuni punti non ci passano proprio. Maledico il GPS. Ma appena arrivo in cima alla montagna la vista che si pare sulla vallata e stratosferica! La stradina inizia a scendere ripida e la vedo serpeggiare lungo tutto il dorsale della valle. Non ci sono protezioni e lo strapiombo sulla valle fa venire i brividi ma permette di godere a pieno dello spettacolo. Bacio il GPS. Abbarbicato su un piccolo promontorio in mezzo alla valle vedo il paesino di Montbrun scatto una foto e vedo arrivare una vecchia jeep. Si ferma e il conducente mi guarda come avesse appena visto un marziano. Su quella impervia stradina non devono passare molti viaggiatori. Dopo avermi squadrato riparte e io continuo a scattare foto. Qualche tornante dopo lo incontro mentre scende dalla jeep con due fucili da caccia sulle spalle…ma non siamo ancora nel parco nazionale del Cevennes ? Mi domando divertito.

La vallata che si apre dopo

Stradina che scende nella valle versoMontbrun

Valle di Montbrun

Montbrun al centro della valle

Giungo infondo alla valle e finalmente vedo il fiume Tarn. la temperatura e salita mi fermo a Blajoux per bere qualcosa e togliermi la felpa. Il sole è caldissimo e il vento qui non arriva. Riparto sulla D907 dove incrocio alcuni motociclisti la strada ora è la classica strada di montagna con curve armoniose e dolci una spasso per la guida. Lascio correre la strommina libera complice il traffico praticamente assente e giungo a Sainte Enimie.

Sainte Enimie 2

Mi fermo nel parcheggio all’ombra degli alberi e faccio uno spuntino. Poi riparto verso La Malene costeggiando tutto il fiume Tarn con una sosta d’obbligo al Chateau du la Caze

Chateau de la Caze

La Malene piazza principale

La Malene

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Il fiume Tarn

Il vento è completamente cessato. Proseguo sulla D907 verso Les Vignes ed entro nelle Gorges du Tarn. La strada è quanto di più bello abbia percorso fino ad ora con la piccola strommina. Limite di 90km/h senza traffico curve morbide e dolci che seguono il sinuoso percorso del fiume Tarn. Tunnel scavati nella roccia a strapiombo sul corso d’acqua e parete rocciose che si sporgono sulla strada creando strane e meravigliose conformazioni.

Gorges du Tarn

Gorges du Tarn 2

A Boyne la strada ritorna ad essere una traffica provinciale e segna l’uscita dal parco nazionale del Cevennes. Attraverso velocemente Riviere sur Tarn ed entro nella vallata di Millau. Non sto più nella pelle per vedere il ponte di Millau. Mi ero ripromesso alcuni anni fa che al mio ritorno in moto il primo viaggio sarebbe stato al ponte di Millau. Avevo visto un documentario in televisione sulla sua realizzazione e mi aveva letteralmente impressionato. Ed ora sono qui a pochi km anche se ancora non lo vedo. Passo il paese di Compeyre alla mia destra e dopo poche curve sono dentro a Millau.

Compeyre

Ma improvvisamente quando la vallata di Millau si apre davanti a me raffiche di vento forte mi investono di nuovo. Esco a sud di Millau e il GPS mi porta davanti a questa monumentale costruzione. E’ impressionante. E’ imponente. E’ una meraviglia dell’ingegneria. L’uomo quando vuole sa proprio costruire meraviglie. 2460 metri di lunghezza 8 campate sorrette da 7 piloni il più alto è di 340 metri, più alto della Torre Eiffel. I piloni sono impressionanti soprattutto standoci sotto. Sotto al ponte in corrispondenza del pilone più alto è stato costruito un centro visitatori ed è li che parcheggio dopo circa 700 km. Spengo la moto e piuttosto emozionato inizio scattare foto all’impazzata.

Il ponte di Millau

Il Ponte di Millau 2

La parte di ponte che va verso nord

L'altra meta che procede a sud

Il pilone dei record

“Brava strommina!” dico soddisfatto mentre faccio l’ultima foto alla piccola appena fuori da Millau.

Brava!

Mi fermo a fare benzina appena dopo il ponte e con calma penso a cosa fare. L’itinerario che mi ero prefissato ora prevedeva una tappa di trasferimento di 250 km circa di pura autostrada verso Carcassonne dove avrei visitato la città medievale e il paese dei misteri di Rennes le Chateau per poi rientrare il giorno dopo a casa. Ma il vento mi perseguita. Persino qui nella valle di Millau piuttosto a nord dalla costa e’ veramente forte. Non me la sento di rischiare di aggiungere altri 450 km con venti a quasi 100km/h, per altro con un solo giorno a disposizione. Sono le 3 del pomeriggio e decido di concludere il mio girovagare e con calma mi incammino verso l’Italia. Da Montpellier a Marsiglia il forte vento mi costringe a fermarmi diverse volte. E anche il problema dei guanti, la temperatura e scesa di almeno 10 gradi dal giorno prima. Ma la strommina mi porta a casa sano e salvo. Alle 21.45 entro in garage. 711 km, e 1200km in totale in due giorni di pura libertà e divertimento.

Il report dei primi tre giorni trascorsi a spasso con la nuova Strommina, tra Italia e Francia a metà di Ottobre 2009.

Contro voglia ritardo di un giorno la partenza. Il desiderio di salire in sella alla strommina è grande ma all’ultimo istante l’impazienza inaspettatamente si scontra con la stanchezza. Non me ne rendo subito conto. Sono appena entrato in casa, poso le valigie e come sempre faccio ogni qual volta rientro in Italia, apro le finestre del salotto e mi siedo sul balcone per alcuni minuti a respirare e contemplare il mare davanti a casa. Si, sento la stanchezza del viaggio in aereo, ma non posso ancora andare a letto, non prima di aver impresso nella mente per l’ennesima volta le luci soffuse di Laigueglia e Alassio che si riflettono in un mare calmo e scuro come la notte che le avvolge.

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La luna appena sopra il mare sembra guardarmi e rassicurarmi. Non fa per niente freddo nonostante sia già la metà di ottobre.

Laigueglia baciata dalla luna

Prendo il suo sorriso luminoso come un buon auspicio di tempo sereno per i giorni seguenti e mi corico stanco ma tranquillo. La giornata dopo però non comincia per niente bene. Mi siedo sul letto e guardo l’orologio. Le 7 in punto ma mi sembra siano le 2 di notte tanto sono affaticato. La testa è pesante e non mi sento affatto bene. Penso che sia ancora colpa del volo dall’Inghilterra all’Italia o forse il mese precedente di lavoro pieno di stress e pressione o forse ancora, e molto più probabilmente, entrambe le cose. Capisco che in queste condizioni non posso neanche tirare fuori la piccola dal garage. Inutile arrabbiarsi. Devo prima ricaricare le batterie e rimettere il corpo in sintonia con la mente, che se avesse braccia e gambe sue sarebbe già in viaggio…con o senza il resto attaccato. Esco sul balcone e mi lascio accarezzare dai raggi caldi del sole lasciando lo sguardo spaziare ovunque in questa incredibile giornata autunnale.

Laigueglia e Alassio

Il campanile della chiesa di San Matteo domina sul golfo e sullo sfondo Alassio

Sono passate ormai due ore e grazie anche ad una colazione rigeneratrice recupero un minimo di forze, non molto per la verità ma per lo meno quanto basta per passare dal letto al divano e poi dal divano al garage. Anche se il corpo non ne vuole proprio sapere. Non riesco a scrollarmi di dosso completamente la stanchezza. Ma devo almeno tentare di approfittarne e a fatica, prepararo la piccola. Monto il GPS e sistemo le borse sperando che per sera mi senta meglio e che l’indomani mattina possa finalmente partire per la Francia. Ma è proprio questa sera mentre apro la porta di casa che mi rendo conto che non sto proprio in piedi e inevitabilmente decido di rimandare. Questa volta un imprecazione ci scappa. Non voglio e non riesco a fare niente, mi butto a letto direttamente senza chiedere alcuna rassicurazioni alla luna la fuori.

Apro’ gli occhi e vedo alcuni raggi di sole farsi strada tra le tapparelle abbassate. Tiro un sospiro di sollievo, almeno è una altra bellissima giornata di sole. Mi alzo e mi sento subito rigenerato. La stanchezza ha finalmente deciso di lasciarmi. Sono le 8.30. Adesso è il corpo a voler quasi prevalere sulla mente che invece ponderatamente pensa che è troppo tardi per prepararsi e mettersi in viaggio adesso cosi su due piedi. Una veloce colazione mi fa ritornare l’entusiasmo, ormai ho la sensazione che il lungo digiuno da viaggi in moto stia per finire. Seduto mentre sorseggio un the e mentre guardo il mare la fuori immagino il momento e nonostante sia ancora un po’ assonnato dentro al mio pigiama mi sembra quasi di risentire quella inconfondibile sensazione di libertà e indipendenza che solo il viaggio in moto per le strade del mondo sa dare. Devo tenere a bada la frenesia. Ma poi lascio che tutto vada per conto suo. Corro dalla piccola giù in garage e dopo un mese e mezzo, ovvero da quando abbiamo fatto i pochi km insieme dal concessionario a casa, accendo il motore e la porto fuori a godere del sole di questa splendida giornata. Sento che è “su di giri” quanto me. Infilo poche cose nel bauletto e nella borsa serbatoio e salgo in sella. L’emozione è forte. troppi anni sono passati dall’ultima volta che ho sentito la stessa emozione. Chiudo il casco e parto senza sapere per dove. Non importa. Non mi importa. Voglio solo sentire il suo motore morbido rombare e sentirla delicatamente e armoniosamente affrontare curva dopo curva, voglio sentire di nuovo quell’armoniosa sintonia che nasce tra il pilota e la sua moto. Dopo alcune curve di pura emozione una luce lampeggiante sul cruscotto mi fa riprende il controllo della razionalità. La piccola ha sete, facciamo sosta al primo benzinaio. Poi riparto ma alla rotonda istintivamente prendo la strada per la vallata di Andora invece che quella per il lungomare e la via Aurelia. Poche curve, la strada e deserta ma il feeling tra noi due è ancora troppo acerbo. Non mi azzardo a chiedergli troppo per ora. Allo svincolo giro a destra per Stellanello e la strada inizia a salire sulla collina diventando sempre più stretta. Ci siamo. Uno, due, tre tornantini e siamo in un attimo sulla collina sopra la vallata di Andora.

La vallata di Andora

Chiesetta sulle alture di Andora

Vallata di Andora Andora e il mare su cui si affaccia all'orizzonte

Mi fermo per l’ennesima fotografia e mi accorgo di essere in maniche corte e jeans con scarpe leggere da barca vela. A guardarmi non ho proprio l’aria del motociclista, ma è solo perché’ si indossano abiti e non emozioni. Proseguo anche un po’ incoscientemente verso la cima della collina e passo San Fedele fino su al bivio che porta a Testico.

La strada per Testico sopra Alassio

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La strommina riposa all'ombra

La giornata e tiepida anche quassù e il sole continua a splendere. Proseguo fino al passo del Ginestro per vedere le vallate tra Alassio e Albenga.

vista dal passo del ginestro

La vallate tra Alassio e Albenga

L’aria diventa più pungente. ancora qualche curva, non c’è nessuno sulla strada. Apro un po’ l’acceleratore poi a malincuore decido di fare inversione. Scendo di nuovo a Testico ma questa volta al bivio tiro dritto e passo dalla Crocetta scendendo ad Alassio. la strada è un po’ più trafficata ma questo non mi impedisce di godere a pieno dei tornanti. Vedo il mare e l’isola Gallinara tra Alassio e Albenga, sono quasi a casa.

Alassio vista dalla Crocietta

Rimetto la piccola in garage e corro in casa a preparare i bagagli per domani. Avremo parecchi km da fare verso la prima tappa a Millau in Francia e tutto ora sembra perfetto. Io, la moto, e il tempo primaverile di un autunno un po’ pazzerello.

Finalmente il grande giorno è arrivato! sveglia alle 7 in punto, o quasi. Ma come sempre mi capita quando metto la sveglia mi alzo prima che questa possa emettere una sola nota. Mi fiondo subito sul balcone. L’aria e frizzante ma il cielo e di una limpidezza quasi irreale. Faccio colazione guardando l’alba cambiare i colori del cielo in continuazione come un pittore che dipinge la sua opera d’arte con tonalità via via sempre più vivaci.

L'alba che sta per arrivare

Non appena il rosso fuoco dell’alba colora gli ultimi sprazzi di oscurità della notte, intravedo all’orizzonte le montagne della Toscana. E immediatamente davanti a questo spettacolo della natura penso che la giornata non potrà che essere perfetta.

La toscana all'orizzonte

Aspetto che il protagonista principale di questo spettacolo faccia la sua comparsa trionfale in scena…

Ed ecco il protagonista principale di questo spettacolo

…e poi finisco di prepararmi. La piccola strommina mi aspetta scalpitante in garage. Ma io come al solito mi faccio attendere. Parto che sono ormai le 9 ma la giornata di sole sono sicuro mi accompagnerà fino a Millau. Subito mi sento un po’ impacciato nella mia tenuta nuova da motociclista serio ma presto mi ci abito. Imbocco l’autostrada A10 ad Andora e con poco traffico arrivo tranquillo al confine con la Francia. Passo velocemente il solito traffico all’altezza di Nizza, Cannes e Saint Tropez ma la piccola si fa condurre con agilità e classe. In un batter d’occhio sono a ‘Marsiglia mi fermo nella piazzola di sosta appena dopo il casello per fare un spuntino, E’ mezzogiorno e la temperatura è superiore ai 20 gradi tanto che devo togliermi la giacca invernale per evitare di sciogliermi. Si ferma una macchina a fianco alla mia moto e ne scendono una giovane coppia asiatica con due bambini piccoli. Il papà porta le figlioletta al bagno e la mamma fa passeggiare il piccolo che rimane subito rapito dalla strommina. Lo saluto mentre mi rivesto e mi regala un sorriso enorme mentre con due occhi grande guarda quel cavallo di ferro nero rombare via. Decido di fermarmi a fare benzina all’altezza di Salon de Provence anche se l’indicatore mi segnala poco meno della meta serbatoio. Almeno cosi non ci penso facendo una tirata dritta senza soste fino a Millau. Entro nell’area di servizio e mi metto in coda. Troppe macchine hanno evidentemente deciso per la mia stessa sosta carburante. Poco male. Il caldo però si fa sentire scendo dalla moto ma non ho voglio di svestirmi di nuovo. Mi cade l’occhio sulla macchina dalla parte opposta della pompa di benzina in cui sono in coda e vedo un bambino da dietro al vetro salutarmi. E il piccolo di prima, e mi regala un altro stupendo sorriso. Chissà se anche loro stanno andando a Millau. Intanto inizio a grondare sudore sotto la giacca nonostante abbia solo una magliettina di cotone. Preferisco ripartire vorrà dire che mi fermerò più avanti. Dopo pochi km l’aria diventa improvvisamente più fresca e inizio a sentire più turbolenze. Vedo le punte delle file di cipressi ai lati dell’autostrada piegarsi quasi a novanta gradi sotto le forti raffiche di vento. La piccola per ora resiste bene e sfreccia veloce ma l’intensità del vento aumenta sempre di più. Inizio a preoccuparmi. All’altezza di Saint Martin de Crau il vento è fortissimo. La piccola e io fatichiamo a mantenere la corsia. Anche a velocità sostenuta. Mai prima d’ora avevo trovato un vento cosi forte in moto e pensare che sono nato in posto piuttosto ventoso! Ma questo è veramente forte. L’autostrada è quasi deserta i TIR sono quasi tutti parcheggiati nelle aeree di sosta. Un trio di motociclisti mi sorpassa salutandomi, la cosa mi risolleva il morale. Non sono il solo matto a percorrere questa autostrada con raffiche di vento a quasi cento all’ora! Ma presto mi rendo conto che non basta. Sono solo a meta strada e questo vento mi costringe a fare una fatica incredibile piegato come se fossi in curva su tratti completamente dritti. Cosi non si può andare diventa troppo pericoloso. Per alcuni km mi metto dietro ad un camion che mi ripara dalle raffiche frontali ma poi cedo alla prudenza grazie al cielo ed esco a Arles. Ne approfitto per fare benzina e aspettare un oretta sperando che la situazione migliori. Faccio 20 euro di benzina ma incredibilmente ne spargo un buon litro per terra per colpa di questo dannato vento. Riparto ma dopo pochi km abbandono nuovamente l’autostrada. Pazzesco! Decido allora di provare a fare le strade interne spostandomi dalla costa e dirigendomi verso nord. Attraverso Nimes e punto verso Ales. Giunto nella città capisco che non c’è modo di arrivare a Milau.per oggi in queste condizioni e troppo rischioso. Ales è un buon compromesso, è a circa 60km da Florac, una delle tappe che mi ero prefissato per il giorno successivo insieme al parco del Cevennes.

Ales...Brava la piccola

Ma il vento non sembra proprio mollare neanche andando verso nord. Alle 17 trovo un hotel Etap a Saint Christol les Ales pochi km a sud di Ales. Pulito, semplice e a buon prezzo con parcheggio privato per moto. L’itinerario e definitivamente cambiato domani e si vedrà.

Dormito male. Appena mi alzo spalanco la finestra. Un freddo pungente e ancora vento…mi sembra diminuito ma purtroppo e solo un impressione. Mi rimetto in sella e alle 9 parto per il parco nazionale del Cevennes. Salgo da Saint Jean du Gard passando per Gabriac e Le Pompidou. Il vento è fortissimo e freddissimo ma il cielo è limpidissimo e lo spettacolo che offre le “Corniche de Cevennes” è impagabile.

Parco Nazionale del Cervennes

Non c’è nessuno sulla strada che sale. Solo panorami che si aprono su vallate da lasciare senza fiato.

Strada verso Pompidou parco de Cavennes

Pascoli sulla strada verso Florac

Curva dopo curva arrivo a Florac. Il freddo è intenso e per colpa di questo vento forte e gelido ci saranno si e no 8 gradi. I nuovi guanti invernali non mi proteggono abbastanza a questa  temperatura. ho le dita delle mani quasi congelate. Mi fermo nel parcheggio di fronte al Castello e mi devo anche infilare una felpa sotto la giacca. La moto sul cavalletto ondeggia sotto le raffiche di un vento che non vuole dare tregua neanche quassù. Incomincia a risentirne anche il mio morale soprattutto pensando alle tappe da Millau a Carcassonne e Rennes le Château con questo dannato tempo. Bevo qualcosa di caldo e riparto da Florac facendo il giro alto passando da Ispagnac verso Saint Enemie. Imposto il GPS e dopo avermi fatto fare un inutile giro per la citta’ decide di portarmi finalmente fuori.

Il Castello di Florac

La strada diventa stradina mentre sale ripida. Troppo ripida e troppo stradina. Ho il presentimento che il GPS mi abbia fatto fare la strada più veloce. Appena arrivo in cima guardo la cartina e capisco di essere sulla stradina che porta a Valbelle e giù nella vallata dopo fino a Montbrun. si sale rapidamente e prego di non incontrare macchine che vengono in giù perché’ lo spazio è talmente stretto che una macchina e una moto in alcuni punti non ci passano proprio. Maledico il GPS. Ma appena arrivo in cima alla montagna la vista che si pare sulla vallata e stratosferica! La stradina inizia a scendere ripida e la vedo serpeggiare lungo tutto il dorsale della valle. Non ci sono protezioni e lo strapiombo sulla valle fa venire i brividi ma permette di godere a pieno dello spettacolo. Bacio il GPS. Abbarbicato su un piccolo promontorio in mezzo alla valle vedo il paesino di Montbrun scatto una foto e vedo arrivare una vecchia jeep. Si ferma e il conducente mi guarda come avesse appena visto un marziano. Su quella impervia stradina non devono passare molti viaggiatori. Dopo avermi squadrato riparte e io continuo a scattare foto. Qualche tornante dopo lo incontro mentre scende dalla jeep con due fucili da caccia sulle spalle…ma non siamo ancora nel parco nazionale del Cevennes ? Mi domando divertito.

La vallata che si apre dopo

Stradina che scende nella valle versoMontbrun

Valle di Montbrun

Montbrun al centro della valle

Giungo infondo alla valle e finalmente vedo il fiume Tarn. la temperatura e salita mi fermo a Blajoux per bere qualcosa e togliermi la felpa. Il sole è caldissimo e il vento qui non arriva. Riparto sulla D907 dove incrocio alcuni motociclisti la strada ora è la classica strada di montagna con curve armoniose e dolci una spasso per la guida. Lascio correre la strommina libera complice il traffico praticamente assente e giungo a Sainte Enimie.

Sainte Enimie 2

Mi fermo nel parcheggio all’ombra degli alberi e faccio uno spuntino. Poi riparto verso La Malene costeggiando tutto il fiume Tarn con una sosta d’obbligo al Chateau du la Caze

Chateau de la Caze

La Malene piazza principale

La Malene

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Il fiume Tarn

Il vento è completamente cessato. Proseguo sulla D907 verso Les Vignes ed entro nelle Gorges du Tarn. La strada è quanto di più bello abbia percorso fino ad ora con la piccola strommina. Limite di 90km/h senza traffico curve morbide e dolci che seguono il sinuoso percorso del fiume Tarn. Tunnel scavati nella roccia a strapiombo sul corso d’acqua e parete rocciose che si sporgono sulla strada creando strane e meravigliose conformazioni.

Gorges du Tarn

Gorges du Tarn 2

A Boyne la strada ritorna ad essere una traffica provinciale e segna l’uscita dal parco nazionale del Cevennes. Attraverso velocemente Riviere sur Tarn ed entro nella vallata di Millau. Non sto più nella pelle per vedere il ponte di Millau. Mi ero ripromesso alcuni anni fa che al mio ritorno in moto il primo viaggio sarebbe stato al ponte di Millau. Avevo visto un documentario in televisione sulla sua realizzazione e mi aveva letteralmente impressionato. Ed ora sono qui a pochi km anche se ancora non lo vedo. Passo il paese di Compeyre alla mia destra e dopo poche curve sono dentro a Millau.

Compeyre

Ma improvvisamente quando la vallata di Millau si apre davanti a me raffiche di vento forte mi investono di nuovo. Esco a sud di Millau e il GPS mi porta davanti a questa monumentale costruzione. E’ impressionante. E’ imponente. E’ una meraviglia dell’ingegneria. L’uomo quando vuole sa proprio costruire meraviglie. 2460 metri di lunghezza 8 campate sorrette da 7 piloni il più alto è di 340 metri, più alto della Torre Eiffel. I piloni sono impressionanti soprattutto standoci sotto. Sotto al ponte in corrispondenza del pilone più alto è stato costruito un centro visitatori ed è li che parcheggio dopo circa 700 km. Spengo la moto e piuttosto emozionato inizio scattare foto all’impazzata.

Il ponte di Millau

Il Ponte di Millau 2

La parte di ponte che va verso nord

L'altra meta che procede a sud

Il pilone dei record

“Brava strommina!” dico soddisfatto mentre faccio l’ultima foto alla piccola appena fuori da Millau.

Brava!

Mi fermo a fare benzina appena dopo il ponte e con calma penso a cosa fare. L’itinerario che mi ero prefissato ora prevedeva una tappa di trasferimento di 250 km circa di pura autostrada verso Carcassonne dove avrei visitato la città medievale e il paese dei misteri di Rennes le Chateau per poi rientrare il giorno dopo a casa. Ma il vento mi perseguita. Persino qui nella valle di Millau piuttosto a nord dalla costa e’ veramente forte. Non me la sento di rischiare di aggiungere altri 450 km con venti a quasi 100km/h, per altro con un solo giorno a disposizione. Sono le 3 del pomeriggio e decido di concludere il mio girovagare e con calma mi incammino verso l’Italia. Da Montpellier a Marsiglia il forte vento mi costringe a fermarmi diverse volte. E anche il problema dei guanti, la temperatura e scesa di almeno 10 gradi dal giorno prima. Ma la strommina mi porta a casa sano e salvo. Alle 21.45 entro in garage. 711 km, e 1200km in totale in due giorni di pura libertà e divertimento.

Work in progress…

Nuovo blog dedicato solo ai viaggi in moto. Era necessario dato che i post su questo argomento saranno pieni zeppi di report di viaggio con foto, video e sull’altro blog avrebbero creato un po’ troppa confusione. Inizierò a breve con qualche aggiornamento sulla programmazione del viaggio verso il Mar Rosso di Giugno…non appena finito di configurare il blog.