Col de Turini Col della Lombarda

Rosso di sera…

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Come al solito di questi tempi, preparato l’itinerario, mi tocca poi lasciarlo un paio di settimane a lievitare nel computer. Causa, tanto per cambiare, il pessimo tempo. E come si sa, un itinerario accantonato per forza maggiore, a ogni occhiata a cui lo si sottopone, cambia. Si aggiunge quella tappa, si toglie quella strada, si prende una deviazione e cosi via. Senza accorgersi che i km aumentano sempre un pochino, fino a giungere al weekend della partenza con un itinerario di 420km di strade di montagna da fare in un giorno!

Ma come è possibile! Mi chiedo, appena salito in moto e vestito di tutto punto, guardando questo stramaledetto GPS. Non credo ai miei occhi. Ma quanti birre ho bevuto prima di buttare giù questa roba! 420km di strade di montagna in un solo giorno sono una mazzata. E sono già le 10 del mattino!

Sto sudando come un ghiacciolo il giorno di ferragosto. Urge una decisione. Prima scelta, improvvisare un percorso alternativo. Seconda scelta, tornare in casa prendere le borse laterali e caricare un po’ di roba per stare via almeno un paio di giorni facendo credere ai colleghi in ufficio in Inghilterra che mi hanno rapito gli extraterrestri sottoponendomi a indicibili esperimenti. terza scelta, cambiare leggermente il percorso facendo un centinaio di km di pallostrada, anche comunemente chiamata autostrada, con l’intento di velocizzare un po’ i trasferimenti. Sotto un sole che sembra quasi bussare sul mio casco tanto picchia scarto la prima. Ho ormai spento il cervello e le idee se la sono data a gambe levate. Il massimo che posso concepire in questo momento è un itinerario garage-divano. Scarto anche la seconda. Non credo di riuscire a trovare in tempo per lunedì un extraterrestre disponibile a firmarmi una giustificazione di sequestro. E allora vada per la pallostrada!

Prima tappa di trasferimento Andora – Ventimiglia, tutta autostrada A10. Un po’ di musica in sottofondo da riempire questa mezz’ora di nulla e via. Fortuna che c’è poco traffico. I primi 68 km sono andati.

Imbocco subito la Statale 20 del Col di Tenda e risalgo velocemente la valle Roja. A Olivetta San Michele svolto a sinistra e prendo la Provinciale 73. Questo punto sarà il punto che di fatto chiuderà il lungo cerchio dell’itinerario dei tre Colli.

Pochi km e la Provinciale 73 italiana diventa D193 francese. Sono in Francia. Nelle Alpi Marittime francesi.

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Passo velocemente Peira Cave e punto dritto verso la prima meta: Il Col de Turini (1607 m.), passaggio famoso del rally di Montecarlo.

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Col de Turini – salita from Luca on Vimeo.

Devo ammettere che la strada che sale al Col Turini mi ha un po’ deluso. Come del resto la cima. Piena di gente, bar ristoranti e venditori di souvenir. Giro veloce della piazzetta e ridiscendo verso La Bollene Vesubie.

Passo Saint Martin Vesubie e proseguendo sulla D2565 attraverso la foresta de La Maluna fino al paese di Valdeblone. Da qui svolta a destra e procedo verso nord sulla D2205. Attraverso il Parco Nazionale del Mercantour e le sue verdi montagne. I paesaggi sono stupendi e il tempo si mantiene bello anche se qualche temporale continua a spostarsi da una cima all’altra. Nel complesso fa però molto caldo. Ho fatto proprio bene a portarmi una scorta d’acqua supplementare. Mi fermo per uno spuntino e poi riparto gustandomi le strade a strapiombo sul fiume Tinée della valle medesima.

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Giungo a Isola e da qui (870 m) inizia la salita verso la seconda meta di questo viaggio. Il Colle della Lombarda. Le cime delle montagne intorno a me sono ancora imbiancate e l’aria è adesso frizzante. Chiudo tutte le prese d’aria alla giacca e mi dirigo verso Isola 2000, famosa stazione sciistica.

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Da Isola2000 si sale verso il Col della Lombarda (2350 m). Il valico è posto proprio sul confine Francia Italia. 21 km di salita con pendenza media del 6.8% e punte del 14%. Il tempo qua su è nuvoloso, i temporali girano però al largo per ora. La salita è spettacolare. Tornanti strettissimi da affrontare in prima. La neve ancora presente ai lati strada aggiunge quel tocco di magia al paesaggio incontaminato.

Colle della Lombarda – salita versante francese from Luca on Vimeo.

 

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In cima l’unica cosa che stona è una specie di paninoteca ambulante. Altrimenti solo pochi intrepidi motociclisti. fa un freddo becco ma starei qui per ore seduto a guardare un po’ il versante francese e un po’ quello italiano. Scatto un po’ di foto ancora e vedo salire proprio dal versante italiano una decine di moto. Mi incuriosiscono, arrivano anche loro in cima e parcheggiano nel piccolo spiazzo accanto alla mia moto. Li osservo mentre scendono e si tolgono il casco. Sono un gruppo di motociclisti svizzeri e a occhio e croce il più giovane avrà 65 anni. Non scherzo! Uno si è portato dietro anche la moglie. Fantastici. La moto è propria una passione per tutti quelli che desiderano vedere e conoscere il mondo. Senza confini o limiti di età. Siamo veramente fortunato cari amici mototuristi.

Due parole e via verso la discesa, questa volta si scende dal versante italiano. La strada è spettacolare come quella del versante francese anche se molto più stretta. il paesaggio è molto più verde adesso, ai lati della strada qualche piccolo laghetto in cui si specchia la cornice delle montagne tutto attorno che lasciano senza fiato. Scendo pianissimo nonostante sia poco trafficata perché voglio gustarmi ogni singolo momento. Qualche goccia di pioggia inizia a cadere ma non disturba affatto.

Colle della Lombarda – discesa versante italiano from Luca on Vimeo.

Colle della Lombarda – discesa versante italiano 2 from Luca on Vimeo.

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Arrivato in fondo e ritrovo la Statale 21 e da Vinadio arrivo a Borgo San Dalmazzo. Faccio il pieno e affronto il Col di tenda. Appena arrivo all’imbocco con il tunnel mi rendo conto che anche se mancano ancora 100km a casa il viaggio è ormai finito. I tre colli principali sono alle mie spalle. Mi metto in coda e attendo i dieci minuti che il semaforo diventi verde per entrare nell’angusto tunnel. Mi sgranchisco le gambe e scambio due chiacchere con una coppia di mototuristi svizzeri (oggi sono scesi a valle in massa si vede :)) Il tempo intanto si e’ coperto. Poi finalmente arriva il nostro turno, semaforo verde e via. Mentre percorro lo stretto tunnel scavato nella roccia mi domando cosa aspettino a rimodernarlo.

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Appena fuori la sorpresa… da questa parte del colle ha appena finito di piovere. La strada è bagnata e scivolosa. Affronto le tortuose curve fino a Ventimiglia con prudenza, e senza saperlo, inseguendo il temporale. Pochi km sotto l’acqua e poi di nuovo il sole a Ventimiglia dove imbocco una deserta autostrada verso casa. Chiudo la piccola in garage alle 19.30 dopo 420km. Questa volta un pochino stanco ma tanto, tanto soddisfatto.


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